25 aprile, una fiumana di rosso ha colorato Parma

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PARMA – I papaveri (finti) ai tavolini dei bar. I garofani (veri) tra le mani di uomini, donne, ragazzi e ragazze. Una fiumana di rosso si è riversata nel corteo, alla partenza in piazzale Santa Croce, nell’Oltretrorrente che non ha mai chinato la testa, neanche quando la notte era più buia.

Rosso nelle magliette, nei foulard e nelle bandiere svolazzanti al vento. Rosso come sempre, rosso un po’ più di sempre.

Anche questa volta Parma c’è alla chiamata del 25 Aprile, con cuore e cori, canti e racconti. <Ribelli come il sole>. Ribelli come sempre.

Città dalla lunga tradizione antifascista, fin dalle epiche Barricate del 1922, una storia punteggiata di motti ed eroi, uno su tutti Guido Picelli. L’ Oltretorrente di Guido Picelli ma anche di Arturo Toscanini, Maestro del “diniego” (la sera del 14 marzo 1931 al Teatro Comunale di Bologna, rifiutò di suonare “Giovinezza” in onore del ducetto locale) ha visto sfilare l’affollato, gioioso corteo, fino al finale in piazza Garibaldi, con il primo discorso per il 25 Aprile del sindaco Michele Guerra.

Tante immagini hanno raccontato la giornata. Una su tutte dà il senso della parola antifascismo, anche per chi non la vuole pronunciare. La signora dai capelli grigi e ben composti che accompagna il corteo, incorniciata tra una feritoia della finestra di casa e il Tricolore appeso fuori. Batte le mani, un po’ per tenere il tempo, un po’ per applaudire. La bocca, seminascosta, rivela un sorriso, profondo e pacificato. Negli occhi si accende la luce di un altro tempo, un’altra età, altri sogni: che in un attimo, per baluginante magia, si ricompongono.


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