Vite infrante a 150 metri dalle nostre coste

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Li hanno recuperati i soccorritori dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera insieme ai finazieri e ai carabinieri. Divise in lacrime per la pena di dover raccogliere tutti quei corpi senza vita. Un sommozzatore dei vigili del fuoco ha gli occhi pietrificati: aveva già visto quell’orrore dieci anni fa a Lampedusa. Dice che mai avrebbe pensato potesse capitare ancora.
Un altro racconta delle urla disperate dei sopravvissuti, 81, che hanno perso un figlio, un marito, una moglie, un genitore.
59 invece le vittime recuperate, ammassate su una spiaggia calabrese sotto teli bianchi. Intorno pezzi di quelle vite spezzate. Abiti, salvagenti e tante scarpe, alcune piccole piccole.
14 i bambini tra i 13 anni e gli 8 mesi recupersti dal mare, due erano gemellini. Gli altri corpi sotto i teli, uomini e tante donne. 59, 82 superstiti decine ancora i dispersi. A bordo di quella barca partita 4 giorni prima da Smirne, erano quasi 200. Afghani, iraniani, pakistani, siriani in fuga da guerre e devastazioni. Vite infrante a 150 metri dalle nostre coste.
Medici Senza Frontiere sta supportando i sopravvissuti: tra loro un bambino di 12 anni che ha perso tutta la famiglia. 9 in totale,  di cui 4 fratelli e i genitori (altri sono parenti).
La gente qui di Calabria sta dando il proprio supporto,  cosi come le organzizzazioni umanotarie. La politica parla purtroppo come sempre a sproposito. Da una parte e dall’altra. L’unica cosa che sarebbe stato opportuno dire è che si è vicini alle famiglie delle vittime e che è il momento di pensare ai sopravvissuti. Niente di più.

E no, che non sono loro ad essere incoscienti ma che siamo noi ad essere diventati dei mostri.


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