L’odio e il risarcimento. Storia di Liliana Segre e della sua scorta. Un podcast originale di Rai Radio1

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Se pensate che scortare una signora che ha superato i 90 anni sia una passeggiata non avete ancora ascoltato il podcast di Paolo Maggioni dedicato alla scorta di Liliana Segre.

Liliana siamo noi, s’intitola questa serie originale di Rai Radio 1. Sarà disponibile dal 24 gennaio, tre giorni prima della Giornata della Memoria, su RaiPlaySound

Il podcast di Paolo Maggioni interseca le voci dei carabinieri della scorta con quella di Liliana Segre, sicuramente «la persona più anziana d’Europa sotto protezione». Ne esce un racconto contemporaneamente leggero e profondo, dove l’incredulità per le minacce rivolte ad una ultranovantenne sopravvissuta ad Auschwitz si trasforma in preoccupazione per l’infinita rinascita dell’odio. Dove la dedizione dei carabinieri della scorta chiamati dal Viminale a difendere un simbolo sfuma in un rapporto amicale, dove lei diventa nonna e loro nipoti. Retorica? A sentire il podcast Liliana siamo noi non sembra. E chi conosce la senatrice sa che non è amica della retorica e neppure delle smancerie.

A Paolo Maggioni è capitata la fortuna di aver fissato tre anni fa un’intervista a Liliana Segre il giorno dopo l’annuncio che sarebbe stata sotto tutela. Una volta entrato nel salotto lei non aveva fatto mistero che avrebbe preferito fare a meno della scorta, che quei carabinieri erano degli estranei, che lei aveva sempre difeso la sua indipendenza. Una tosta, insomma. Si era spinta a dire, ridacchiando, che forse sarebbe finita in cronaca nera perché stanca della loro presenza ne avrebbe fatti fuori alcuni. Non solo non è successo, non solo gli agenti sono sani e salvi, ma tre anni dopo sembra che oramai quell’obbligo si sia trasformato in un piacevole senso di famiglia allargata. «Sono stati tre anni spettacolari», dice Antonio Bianco, appuntato scelto. Ma mica facili: dosi massicce di concerti di lirica, occhiate in codice per liberarsi di fan particolarmente noiosi, commenti su ragazze particolarmente belle e tatuaggi particolarmente creativi, selfie con bambini…

Il resto dovete sentirlo voi, nelle 4 puntate del podcast Liliana siamo noi. Sorriderete in alcuni passaggi, vi intenerirete su altri. Per esempio quando la senatrice ricorda a tutti che per una novantenne ogni giorno è prezioso. Questa è la peggiore punizione che i suoi odiatori le hanno inflitto: far pesare ad una sopravvissuta ai campi di sterminio ogni giorno della sua vecchiaia. Ed è questa la principale intuizione della sua scorta: il loro compito di tutela deve essere leggero come una piuma. Lo dice con semplicità il luogotenente Marco Palmieri, con lei fin dall’inizio: «In qualche modo per Liliana siamo il risarcimento di quello che ha sofferto. Lo stesso Stato che emanò le leggi razziali e partecipò alle deportazioni oggi protegge la sua testimonianza».


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