Raccontare la verità: si è conclusa la seconda edizione del corso di alta formazione a Padova

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Un corso di Alta Formazione che aveva come obiettivo quello di fornire strumenti adeguati per leggere la complessità del reale: “Raccontare la verità: informare costruendo una società inclusiva”. Archiviata la seconda edizione organizzata dal Sindacato giornalisti del Veneto, Università di Padova, Federazione nazionale della stampa, in collaborazione con il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Articolo21 e con l’adesione dell’Ordine dei giornalisti. Lo scorso sabato 12 novembre presso la sede della Scuola di Psicologia dell’Università di Padova si è svolta la giornata conclusiva con una lectio magistralis alla presenza del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, della scrittrice Michela Murgia, del professor Federico Boffa, economista, docente alla Lub, Libera università di Bolzano, Roberto Reale, Sara Santilli e Monica Andolfatto docenti e componenti del Comitato scientifico del corso, e i saluti di Rocco Cerone, segretario del Sgtaa e della preside dell’Istituto comprensivo 2 Bassano. Parallelamente si è concluso anche il corso gemello “Alfabetizzazione digitale a scuola: promuovere la passione per la verità e l’inclusione”.

Il saluto istituzionale è stato  rivolto alla direttrice dei corsi, professoressa Laura Nota, citata in apertura della lezione, ha dato il via alla prima parte della giornata con le relazioni dove potevano assistere (circa duecento) sia giornalisti che insegnanti iscritti al corso, sia in collegamento web. Diverse professionalità accomunate dalla stessa etica di informare, insegnare, promuovere una cultura del sociale e un pensiero che sia inclusivo rivolto ad una collettività capace di infondere e promuovere un’informazione dettata dalla ricerca della verità.

Avere cura del vero è il motto che ha ispirato fin dall’inizio (la prima edizione si è conclusa nel 2021) e gli interventi ascoltati miravano tutti a questo ambizioso intento, efficace e pienamente compiuto. Un impegno condiviso da tutti i partecipanti corsisti ai quali era richiesto la frequenza obbligatoria, lo studio di argomenti complessi e trasversali per un’informazione il più obiettiva possibile. Il corso prevedeva dei colloqui iniziali e al termine del percorso, oltre a verifiche in itinere e la presentazione di un elaborato in forma di tesi al termine con la discussione .

Monica Andolfatto e Michela Murgia

 

Di particolare interesse è stato l’intervento di Michela Murgia che verteva sull’importanza delle parole che sono «scelte lessicali per la costruzione delle notizie che hanno un peso e una responsabilità. Il linguaggio obbedisce a rapporti di potere e li restituisce in maniera amplificata alle persone che ricevono i messaggi.Le parole sono le infrastrutture del linguaggio, riproducono i pensieri che tu hai, riproducono i pregiudizi e le discriminazioni di chi scrive e confermano i pregiudizi e le discriminazioni di chi legge. I titoli degli articoli – ha spiegato la scrittrice autrice di molti libri dedicati a questo argomento – sono tentativi di convincere i sistemi di informazione e che le parole non sono neutre. Come vengono date per ri-orientare le notizie. Si creano delle discriminazioni perché dentro i sistemi ci sono resistenze a modificare i linguaggi in mancanza di un sistema progressista». Per Michela Murgia dotata di un fine sarcasmo dialettico e umorismo nell’affrontare tematiche urgenti, la causa è da ricercare nella «pigrizia, nell’inerzia, di un sistema che trova faticoso cambiare le parole e capire che fino a quel momento erano sbagliate. Riproducono violenza. Le parole sono infrastrutture del pensiero.

Lo si evince, ad esempio, da come viene raccontato il femminicidio sempre dal punto di vista dell’omicida. La relazione omicida -causa/conseguenza del gesto con la frase “lei lo voleva lasciare”. Tutti i titoli sono così. Le parole sono una specie narrante e non le abbiamo trovate ma inventate. La scrittura, l’interventismo sono a servizio per modificare una realtà che non ci piace. È un’azione politica agita da intellettuali esperti del metodo e non del merito , per leggere la realtà, produrre e riprodurre un metodo condivisibile. Va auspicato il ritorno al metodo e ragionare ad uno sguardo educato, un obiettivo politico importante. Il metodo parte dall’esperienza.

A seguire la relazione di Giuseppe Giulietti che ha richiamato all’attenzione l’importanza dell’articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà di stampa, che va letto nella sua doppia valenza di diritto delle cittadine e dei cittadini a essere correttamente e compiutamente informati e del dovere da parte delle giornaliste e dei giornalisti a informare in maniera professionale e con accuratezza. «In Italia ci stiamo allontanando dal contesto europeo per avvicinarsi all’Ungheria e alla Polonia, con la violazione dei diritti e della libertà di informazione e di ascolto. Aver cura del vero contro la parola della percezione. La mancata attività della verifica aumenta la percezione distorta. La cyber falsificazione e i suoi conflitti rende più urgente il lavoro di chi deve decifrare».

Il professor Federico Boffa docente di economia alla Lub di Bolzano ha tenuto una interessante lezione con l’ausilio di dati e statistiche, dimostrando quanto i social siano in grado di influenzare la gerarchia delle notizie, avvalendosi di uno studio analitico scientifico delle elezioni politiche americane del 2018 e dell’onnipresente mainstream italiano tra il 2019 e il 2020, in rapporto al grado di accessibilità ad internet. La sua dissertazione ha spiegato perché la disinformazione sul web possa diventare virale. La seconda parte della giornata ha visto la presentazione delle tesi con le discussioni dei corsisti: Maria Grazia Baggio, Orietta Baldovin, Alessandra Barbieri, Lorenzo Bertani, Ilaria Bionda, Ileana Bonadies, Rachele Bonato, Emilia Borso, Simone Cavallin, Emanuele Cappellotto, Alessandra Carretta, Genny Dalle Nogare, Lorenz Victor Severino Danzo, Laura De Conto, Veronica Deriu, Elisa Di Benedetto, Fabio Donadibus, Marco Durigon, Anna Fioravanti, Marika Fiorese, Edoardo Franchin, Antonella Giacomini, Moreno Gioli, Gabriella Giorgione, , Monica Mazzon, Linda Meridio, Annalisa Milani, Elisa Pastore, Davide Pretto, Caterina Privitera, Pierpaolo Romani, Maria Siviglia, Valentina Sperotto, Monia Spinello, Sergio Taurino, Elisa Venturin, Elena Zanella, Michele Zannoni, Gianna Zortea, Isabella Zotti Minici.


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