La battaglia per Casa Felicia ha un sapore diverso questo 9 maggio. Ricordando Peppino Impastato

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A fine febbraio un brivido aveva attraversato la memoria collettiva e impegnata che ricorda Peppino Impastato: il rischio che Casa Felicia potesse davvero tornare nelle mani dei Badalamenti aveva spinto associazioni, rappresentanti politici, giornalisti, osservatori a quella sorta di sit indi protesta pacifica che si è svolto il 28 aprile, voluto da Libera e abbracciato da moltissimi. Perché in gioco c’era qualcosa di più ampio e diverso del già importante bene confiscato ai Badalamenti e diventato un luogo di speranza, di rinascita, di cultura. Il procedimento fu sospeso grazie alla raccolta di firme promossa da Articolo 21 e alla quale hanno aderito centinaia di persone con l’idea che una qualunque forma di restituzione sarebbe stata un oltraggio proprio alla memoria di Peppino Impastato. Per questo oggi le iniziative che si tengono a Casa Memoria a 44 anni dall’assassinio di Peppino Impastato assumono un significato ulteriore. Non è una commemorazione ma l’affermazione che dopo quel 9 maggio del 1978 nulla è stato più come era prima. Fitto il programma di iniziative, peraltro avviato già da una settimana e oggi è la giornata conclusiva. Alle 10 presidio al Casolare. Interventi dei referenti delle associazioni, familiari e compagni di Peppino. Performance di Our Voice, performance “Fioritura Collettiva” di e con Clara Burgio, con Mariagrazia Balistreri e Desirèe Burgio; alle 16 il Corteo da Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria (Cinisi). Alle 18.30 sono previsti una serie di interventi da Casa Memoria. In contemporanea da questa mattina sono in corso iniziative, dibattiti, ricordi, impegni, incontri nelle scuole di moltissime città per ricordare Peppino Impastato.


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