Cura e accuratezza dell’informazione. Per rendere omaggio al Nobel per la pace 2021 al giornalismo investigativo. A Perugia il 9 ottobre alle 14 e in streaming

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Per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una precondizione per la democrazia e una pace duraturaMaria Ressa e Dmitry Muratov ricevono questo premio per la loro coraggiosa lotta per la libertà di espressione nelle Filippine e in Russia. Allo stesso tempo, loro rappresentano tutti i giornalisti che si impegnano per questo ideale in un mondo in cui la democrazia e la libertà di stampa devono affrontare condizioni avverse in aumento“.

Sono le motivazioni espresse dal Comitato norvegese per il Premio Nobel per la pace (https://www.nobelpeaceprize.org/articles/the-nobel-peace-prize-2021) nell’assegnare questo premio storico. Un premio che va a due giornalisti, di due paesi retti da presidenti che possiamo serenamente definire dittatori e anche sanguinari. Paesi in cui i diritti umani e civili sono quotidianamente calpestati. Dove fare giornalismo, se è davvero tale, significa rischiare molto, serenità, sicurezza, sicuramente carriera, spesso anche la vita.
Maria Ressa e Dmitry Muratov sono anche giornalisti d’inchiesta e le inchieste dei loro giornali, il sito d’informazione Rappler e la Novaja Gazeta, hanno realizzato e continuano a realizzare inchieste sui governi dei loro paesi. Sui presidenti-dittatori che governano i loro paesi.
Non è scontato, si può essere giornalisti e seriamente anche senza fare giornalismo investigativo contro i potenti. Ma sicuramente questa forma di informazione rappresenta, quando è attuata con impegno, serietà,  accuratezza nelle parole utilizzate, nei numeri riportati, nei fatti ricostruiti, cura per la verità e per la dignità umana, delle vittime in primo luogo ma non solo, la forma più alta, possiamo dire l’essenza profonda del giornalismo.
Non è quindi un caso che questo premio prestigioso sia andato a due cronisti che hanno dedicato la loro vita alle inchieste.
Per decenni, Muratov ha difeso la libertà di espressione in Russia in condizioni sempre più difficili“, si legge nella motivazione.
Dmitrij Muratov ha dedicato il Premio al giornale da lui diretto, Novaja Gazeta, e ai sei giornalisti della testata che sono stati uccisi, a cominciare da Anna Politkovskaja uccisa giusto 15 anni fa. “Non è merito mio. E’ Novaja Gazeta. Sono quelli che sono morti difendendo il diritto delle persone alla libertà di parola. Siccome loro non sono con noi, probabilmente hanno deciso che sia io a dirlo a tutti“, ha detto Muratov.
Ma non basta. Il Comitato scrive ancora, su Maria Ressa, e sul sito da lei fondato e che dirige, Rappler, “documentano come i social vengono utilizzati per diffondere fake news, perseguitare gli oppositori e manipolare il dibattito pubblico“. Sono le stesse questioni alla base della sessione di confronto e formazione che come Articolo21, con la Fnsi,  il Comitato organizzatore della PerugiAssisi, il Sacro Convento di Assisi e tante amiche e amici che da tempo ci accompagnano in questo cammino, abbiamo deciso di organizzare in nome dell’I Care di Don Lorenzo Milani, e in un filo ideale con l’eredità della Marcia ideata e organizzata sessant’anni fa da Aldo Capitini.
La denuncia di abusi e violazioni dei diritti da parte di potenti e regimi va di pari passo con il disvelamento delle manipolazioni della realtà e le parole d’odio sostituite alla ricerca di conoscenza, al dialogo e al confronto civile.
Solo ricostruendo questo preoccupante scenario mondiale, e in una forma particolare anche tutto italiano, il giornalismo potrà salvare se stesso dalla scomparsa, per quei crescenti attacchi alla libertà di stampa di cui scrive il Comitato del Nobel, ma anche per l’annullamento del suo ruolo di intermediazione di qualità che molti, soprattutto nella classe dirigente in diverse parti del mondo anche considerato “democratico”, auspicano e attuano rivolgendosi ai follower (non più cittadini) con messaggi diretti, senza contraddittorio, rafforzato da hashtag ammiccanti e da like bombing programmati.
Comprendere non basta. Il passo successivo è cambiare direzione. Proprio questo ambisce suggerire il titolo dell’incontro che si terrà oggi, alla vigilia della PerugiAssisi, dalle 14 a Perugia in presenza e in streaming su facebook e youtube di Articolo21: Cura e accuratezza nell’informazione: La cura della parola nei media come strumento per abbattere i muri tra popoli e culture e contrastare i discorsi di odio. Se, al termine di queste poche ore di confronto e testimonianze, avremo seminato qualche dubbio sulla correttezza della strada seguita da molti dei nostri media, e acceso qualche luce sul possibile cambio di rotta, ne sarà valsa la pena.

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