Durigon, Santucci e gli altri. Non chiamiamo goliardata il ritorno al fascismo

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Dopo il sottosegretario Durigon, che ha proposto di dedicare ad Arnaldo Mussolini il parco pubblico di Latina che porta i nomi dei giudici Falcone e Borsellino, ha ora risposto all’appello un suo “camerata” di partito, tale colonnello  Andrea Santucci, che, invece, si è spinto ancora più indietro e ha chiesto all’amministrazione di intitolare ad Adolf Hitler l’attuale piazzale dei partigiani nella Capitale. Dal momento che Santucci è stato anche vigile del fuoco, sono subito entrati in funzione gli idranti nell’impossibile tentativo di circoscrivere le fiamme, di prevenire lo sdegno,di buttarla, come si usa dire a Roma e dintorni, in caciara. Non manca persino chi consiglia prudenza, di far finta di non aver sentito, di non fare pubblicità, di derubricare quelle parole a “goliardata..”
Di goliardata in goliardata siamo arrivati al punto che i fascisti, anche se vestiti in altri panni, pensano di potere tutto, sino al ribaltamento della memoria, al suo rovesciamento, sino a trasformare i boia in eroi civili, da Arnaldo Mussolini ad Adolf Hitler.
Di goliardata in goliardata abbiamo squadristi, già condannati, che guidano le rivolte negazioniste, violando persino l’obbligo di dimora. Abbiamo, triste primato, l’unico cronista in Europa, Paolo Berizzi, costretto ad una vita “sotto scorta” perché ogni giorno documenta le gesta dei nazifascisti. Non mancano croniste e cronisti, e non solo loro, aggrediti violentemente in rete perché “osano” illuminare i territori ormai dominati dagli squadristi. Possiamo dimenticare che la senatrice che Liliana Segre è costretta a girare scortata, per le minacce ricevute dai nipoti di coloro che l’avevano deportata? Cosa dire delle tante persone aggredite e l’estate solo perché i nazifascisti odiano le differenze e le diversità? Che fine ha fatto la disposizione costituzionale che vieta la ricostituzione dei gruppi fascisti? Perché non si applicano quasi più le norme vigenti contro l’apologia del fascismo? Quello che è successo a Latina ieri, oggi a Colleferro, e non solo, è anche il frutto di grandi omissioni, connivenze diffuse, colpevoli e colpose distrazioni.
Allo sdegno di un istante debbono ora seguire le azioni, chiare e rigorose. Il sottosegretario deve andare a casa, altrimenti dovrà essere Draghi ad imporlo. Il colonnello va denunciato, sanzionato e “costretto” a svolgere almeno due anni di servizio civile e di rieducazione costituzionale alle Fosse Ardeatine o a Marzabotto.
Quello che non si può fare è girare pagina e attendere la prossima provocazione.
Il loro obiettivo non è solo quello di strizzare l’occhio ai negazionisti di ogni sorta e natura, ma anche quello di mettere in circolo i veleni, cancellare la memoria, stabilire una sorta di par condicio tra fascismo e antifascismo..
Molti di costoro urlano contro la “dittatura sanitaria..”, ma amano ben altra dittatura.
Sarà il caso di fermarli ora e subito.
(Nella foto di Repubblica il sottosegretario Claudio Durigon con Andrea Santucci)

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