Giornalismo sotto attacco in Italia

Chi ha paura di Tomaso Montanari?

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Attacchi costanti a Tomaso Montanari, reo di essere una persona libera e indipendente, lontana dai calcoli faziosi o strumentali. È pure molto bravo, interpretando benissimo il ruolo di esimio storico dell’arte, ora rettore dell’Università per stranieri di Siena. In quest’ultima funzione è arrivato con un voto a larghissima maggioranza. E chi ne chiede le dimissioni dovrebbe informarsi su come si regola l’accademia. Insomma, in signore colto e lontano dai giochi di potere o dalle lobby. Quindi, pericolosissimo. È così, in una stagione culturalmente depressa ed omologata, in cui consenso e dissenso devono -comunque- stare dentro confini prestabiliti. Critici, ma non troppo. Disubbidienti e tuttavia interni alla sintassi dominante. Gli ultimi strumentali attacchi a Montanari sono figli di un simile contesto. Anzi, i testi sotto accusa c’entrano ben poco, essendo di gran lunga prevalente proprio il contesto generale. Qual è stata l’ultima pietra dello scandalo? Lo stimato professore ha detto che il Re è nudo, contestando l’indicazione del ministro Franceschini di un nuovo responsabile dell’Archivio centrale dello Stato, che non è un archivista e si è appalesato per apprezzamenti ad una destra persino ingombrante per le stesse destre vogliose di governare. Non a caso, contro la nomina di Andrea De Pasquale si sono pronunciati i familiari delle vittime delle stragi di marca neofascista. E, in un articolo sull’argomento, Montanari ha toccato un nervo scopertissimo, noto ma indicibile: la forte attenuazione dello spirito costituzionale antifascista. Un indice di simile deriva è la forzata equiparazione simmetrica tra la tragedia dei campi di sterminio nazisti e quella delle foibe. Guai a sottovalutare eccidi o ammazzamenti, ma la storia raccontata dagli storici e non dai polemisti non ha mai fatto simile sovrapposizione. Infatti, è intervenuta al riguardo, con parole precise ed autorevoli, l’Associazione nazionale dei partigiani. Massima solidarietà, quindi, a Tomaso Montanari. È una brutta vicenda, che va al di là della sacrosanta autonomia di un importante studioso. Ci riguarda tutte e tutti. Riguarda la democrazia nei suoi fondamenti essenziali.


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