Covid, gli scontri a Roma nel giugno 2020 erano una “strategia” contro la stampa. L’ordinanza del gip

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“Una precisa strategia caratterizzata da comportamenti aggressivi e violenti orientati contro le forze dell’ordine e gli organi di stampa”. E’ quanto scrive il gip di Roma, Ezio Damizia, nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di nove persone raggiunte da misure cautelari per gli scontri avvenuti al Circo Massimo il 6 giugno del 2020. L’indagine è stata condotta dai pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Michele Prestipino. “Le condotte violente – è detto nel provvedimento di una trentina di pagine – si sono innestate nel contesto di una manifestazione già autorizzata e l’inizio degli scontri può ravvisarsi nel tentativo di alcuni giornalisti di intervistare un manifestante, presumibilmente al fine di evitare che questi rilasciasse dichiarazioni senza l’autorizzazione dei promotori”.Per il giudice è “evidente che gli scontri avvenivano in ragione della pervicace ed insistita volontà dei manifestanti di realizzare azioni di violenza preordinata tanto contro le forze dell’ordine quanto contro i rappresentanti degli organi di stampa, ‘colpevoli’, questi ultimi, di aver mostrato interesse verso una manifestazione che può definirsi ‘anomala’ poiché manifestazione politica promossa e partecipata da esponenti delle tifoserie nazionali notoriamente divise da questioni territoriali e, sovente anche da opposte ideologie politiche”.La manifestazione “organizzata e pubblicizzata con l’intento di esprimere un dissenso verso i provvedimenti del governo è diventata invece il pretesto per porre in essere studiate e programmate azioni di guerriglia urbana che hanno avuto come bersaglio i giornalisti e le forze dell’ordine”. Le modalità degli scontri “appaiono particolarmente violente anche in ragione del numero degli operanti che hanno riportato lesioni nonché in considerazione della tipologia di lesioni riportate”,conclude il gip.  “L’idea della manifestazione è nata – si legge ancora nell’ordinanza – negli  ambienti ultras bresciani vicini alla destra radicale, come forma di  protesta verso i provvedimenti adottati dal governo per contrastare il diffondersi della pandemia da covid 19 ed ha trovato immediatamente  un’ampia condivisione da parte di numerosi altri gruppi. Tra i  partecipanti sono stati riconosciuti esponenti dei gruppi ultras di  Brescia, Napoli, Bologna, Ascoli Piceno, Cesena, Verona e Lazio,  nonché i rappresentanti dei movimenti politici della destra radicale”.  “Le attività di monitoraggio svolte con il supporto della polizia  scientifica hanno consentito di produrre – scrive il gip – soprattutto su indicazione della Digos di Roma alcune mirate riprese video,  rivelatesi di fondamentale importanza nell’opera di identificazione  dei principali responsabili delle violenze nel corso degli scontri  contro le forze dell’ordine”.


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