Casa … amara casa. Risolvere la tensione abitativa e i suoi numeri nascosti.

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Da oltre quarant’anni non esiste una pianificazione statale per il bene casa. In tutta Italia i tempi di attesa per le case popolari (sempre più) sono di circa quindici anni. Le assegnazioni sembrano fatte apposta per fomentare i sovranisti, in quanto i criteri per avere un alloggio si fondano sul numero dei figli, per cui gli extracomunitari sorpassano i richiedenti nativi. Nessuna speranza per le giovani coppie, i single, gli anziani, le donne con prole. In realtà gli italiani che vorrebbero una casa (magari in edifici ed aree da recuperare) sono circa 10 milioni, se a tutte le situazioni di disagio abitativo, più o meno emerse, si aggiungono tutti i cittadini che non fanno domanda, per le lungaggini ed il livello qualitativo degli alloggi. Non si creano nuclei familiari, oppure non si fanno figli, proprio per mancanza di alloggi. La natura stessa impone che senza “nido” non si prolifica.

Causa di denatalità (problema enorme) in Italia è l’incertezza delle giovani coppie, che inoltre non hanno il conforto di avere una propria casa. In Italia gli ultratrentenni (ed oltre) domiciliati con i genitori sono da record mondiale. Questi cittadini non sono “bamboccioni” (come disse un ministro tecnico), ma solo italiani che non vedono un futuro, che potrebbe essere agevolato da una propria abitazione. Per l’edilizia lo stato dà il Bonus: il 110 % di riduzione dalle tasse. Provvedimento non molto costituzionale: favorisce solo chi una casa ce l’ha già ed ha pure un reddito alto.

Per i dieci milioni di italiani che vorrebbero avere una casa propria, lo stato non prevede nulla, mentre, causa Covid, si moltiplicano gli sfratti. Nel frattempo giacciono inutilizzati millesettecento miliardi di euro (€. 1.700.000.000.000) nei conti correnti degli italiani. La soluzione potrebbe mettere insieme i due dati: offrire una casa ai giovani ed un reddito garantito ai correntisti; oggi si paga per tenere i soldi in banca. Lo stato non spenderebbe nulla, potrebbe magari fare soltanto da garante per questi “bond”. L’Italia ci guadagnerebbe con un balzo del PIL (fino a 100 mld/anno, senza aiuti europei) ed il rilancio di tutta l’economia vera. Che paga le tasse in Italia.


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