Articolo 21 esprime piena solidarietà al giornalista Valerio Lo Muzio

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Articolo 21 esprime piena solidarietà al giornalista Valerio Lo Muzio, precario e collaboratore dell’edizione bolognese del quotidiano Repubblica, per l’aggressione e le minacce subite mentre svolgeva il proprio lavoro di cronista, documentando le violazioni delle norme di prevenzione anti Covid-19 al pub Halloween, nel capoluogo emiliano. Questi i fatti, peraltro verificabili da chiunque guardando le immagini registrate dal giornalista stesso e pubblicate sul sito di Repubblica. Il locale, già multato più volte per aver ripetutamente violato le disposizioni per affrontare l’emergenza sanitaria, è tra i pochi esercizi che aderisce all’iniziativa “IoApro”, per protestare contro le limitazioni alle attività dei pubblici esercizi, imposte per mitigare la propagazione del virus.

Lo Muzio documenta come dentro il locale nessuno indossi la mascherina e non siano rispettate le misure di distanziamento interpersonale. Una situazione di irregolarità che viene verificata anche dalla Polizia municipale che interviene e sanziona. Il cronista documenta l’intervento dei vigili urbani, accolti con ostilità. Pure il lavoro di Lo Muzio provoca le reazioni scomposte del gestore e di un’altra persona, in un crescendo di minacce e insulti, culminate nell’inseguimento del giornalista. “Questa è la seconda aggressione che subisco in pochi mesi – riferisce Lo Muzio su Twitter -, oggi fare il giornalista è diventato sempre più difficile. I pozzi sono sempre più inquinati, la disinformazione sul virus e sulla pandemia sta raggiungendo vette che rasentano il fanatismo”. 

Tra le prime solidarietà al cronista collaboratore, quelle dei comitati di redazione (Cdr) di Gedi Visual e Repubblica. Il cdr di Gedi Visual “condanna il tentativo di aggressione al nostro collega Valerio Lo Muzio all’Halloween Pub di via Stalingrado a Bologna durante i controlli per l’iniziativa “#Ioapro”. Ancora una volta un giornalista che sta semplicemente documentando con correttezza fatti di interesse pubblico viene fatto oggetto di insulti e minacce inaccettabili. Questi atteggiamenti anche in un clima di difficoltà e crisi causati dalle misure anti-Covid, non sono giustificabili. I giornalisti, come gli agenti della Polizia Municipale fatti anch’essi oggetto di insulti, non sono “il nemico” ma persone che fanno il loro lavoro al meglio possibile nell’interesse generale, come dovrebbe ben capire chi afferma di lottare per difendere la propria attività”. E il cdr di Repubblica condanna “l’ennesima, intollerabile aggressione ad un giornalista del Gruppo Gedi” rimarcando come tutta la redazione del quotidiano sia “al fianco di Valerio Lo Muzio, ribadendo che nessuna minaccia cambierà di una virgola il nostro impegno professionale e la difesa della libertà di stampa”.  


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