Giornalismo sotto attacco in Italia

Nuovo sito, nuove iniziative ma con la missione di sempre: difendere la libertà di espressione

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La coincidenza è casuale ma inaugurare il nostro nuovo sito nella stessa data del V-Day, giorno del vaccino, e della speranza, è uno stimolo in più. Siamo nati nel 2002 con l’obiettivo di difendere il valore della libertà di espressione da bavagli, censure e minacce ma anche da informazioni false, distorte e manipolate. Abbiamo contrastato le “fake news” quando ancora questa definizione era ignota.
E così anche in questa funesta fase pandemica che attanaglia l’Italia e il resto del mondo il nostro contributo è stato quello di confutare negazionisti, complottisti e odiatori seriali che spesso coincidono – e qui non è casuale – con gli squadristi da tastiera, anti-immigrati e apologisti del fascismo. La Costituzione, antifascista e antirazzista continua ad essere il faro della nostra azione quotidiana, dei nostri articoli, delle interviste, delle inchieste e degli appelli che da oltre 18 anni pubblichiamo.

Abbiamo potuto contare in questi anni su oltre mille collaboratori tra fissi e occasionali. Senza padrini né padroni, senza finanziamenti pubblici né privati, senza pubblicità; uno sforzo quotidiano che si regge sul lavoro volontario di chi scrive sul sito, e chi scrive contribuisce spesso anche economicamente al suo sostentamento. Una piccola e bella comunità, non solo un coeso gruppo redazionale.

Il sito che da oggi è on line e che vi invitiamo a visitare cambia aspetto ma non la sostanza. E’ più agile, più connesso con i social network, più accessibile dai vari device (smartphone e tablet) per consentirci di promuovere con più efficacia le nostre campagne. In Italia e nel resto del mondo. Con una rete territoriale che si consolida per vigilare anche a livello locale sugli attacchi alla libertà di informazione, sulle intimidazioni contro i cronisti, sugli insulti rivolti a chi preferisce costruire ponti piuttosto che erigere muri dell’odio e montagne dell’indifferenza. Perché “l’indifferenza”, per dirla con Antonio Gramsci “è il peso morto della storia. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”.


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