Conte-Salvini, aria di unità nazionale

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Unità nazionale, per ora si parlano a distanza e con prudenza Conte e Salvini.  La politica (e un governo) di unità nazionale non è scontato, ma è probabile.  Matteo Salvini, dopo la prova non entusiasmante delle elezioni regionali e comunali a settembre (ha ricevuto critiche anche dall’interno del Carroccio) ha messo sempre di più la sordina ai toni più infuocati e populisti. Ha usato toni meno bellicosi e antagonisti anche quando è sceso in piazza contro le misure anti Covid-19 del governo.

Nei giorni scorsi il segretario della Lega si è detto pronto a convergere sulle scelte di una «rivoluzione liberale», adesso apre le porte al dialogo con il governo Conte due per affrontare i pericoli della seconda ondata del Coronavirus. Intervistato a “Radio anch’io” su Radio Uno Rai, ha continuato a criticare l’esecutivo giallo-rosso ma ha aperto la porta al confronto: «Noi è sei mesi che chiediamo collaborazione che si è sostanziata in tre telefonate di 1 minuto». Si è spinto fino al sì sulla misura più drastica per contenere la pandemia: se necessario «è giusto» un nuovo lockdown.

Da Giuseppe Conte è partita una formale apertura di credito lanciando un appello all’unità. Il presidente del Consiglio ha fatto l’importante passo in una sede solenne, parlando alla Camera sulle nuove misure anti Covid-19 prese dall’esecutivo: «Questo, se mi permettete, è davvero il momento di restare uniti». Sergio Mattarella da tempo caldeggia una intesa tra maggioranza e opposizione di centro-destra. Conte non a caso ha citato l’appello del presidente della Repubblica: «Il presidente Mattarella ci ha ricordato che tutte le articolazioni dell’ordinamento democratico sanno di dover operare con spirito di unità e coesione».

La situazione è in movimento, dall’interno del Pd c’è chi, come Andrea Marcucci, chiede una verifica di governo. Anzi il capogruppo democratico al Senato va più in là rivolgendosi a Conte: «A lei l’onore di aprire all’opposizione, trovi lei il luogo dove confrontarsi costantemente con il Parlamento». Nicola Zingaretti boccia la verifica («Il sostegno del Partito democratico a questo governo è pieno e totale») ma non dice nulla sul dialogo con l’opposizione.

Sono lontani i tempi degli scontri all’arma bianca tra Conte e Salvini. Quando il segretario del Carroccio nell’agosto 2019 causò la crisi del governo Conte uno, quello tra cinquestelle e leghisti, Conte lo accusò di mettere a rischio l’Italia per «perseguire gli interessi personali e del suo partito». Salvini invece gli rinfacciò la guida del nuovo governo «abusivo», senza una maggioranza nel paese, formato da uomini legati alle «poltrone».

Da allora sono state continue le accuse reciproche, molte volte sanguigne, vicine agli insulti, ma adesso sembra tutta acqua passata. Anche Silvio Berlusconi da tempo si è detto favorevole a un dialogo con il governo. Un’aria di unità nazionale si sta formando, può prendere corpo un clima di governo di larghe intese tra maggioranza e opposizione.  Sul tavolo ci sono gravi problemi da affrontare, si sommano uno sull’altro: 1) l’avanzata travolgente del Coronavirus in Italia e in tutta Europa; 2) l’emergenza sanitaria divenuta prima anche economica e poi perfino  di ordine pubblico, scandita pure da violente proteste di piazza in tutta la Penisola; 3) la ripresa del terrorismo islamico che colpisce sanguinosamente la Francia.


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