Tornare al “prima”, ma diversamente. Il COVID come interfaccia tra crisi ambientale e crisi sociale

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(intervista a Vittorio Cogliati Dezza a cura di Claudio Paravati)

Il Forum Disuguaglianze e Diversità ha ricordato ciò che è importante per la fase due: di cosa si tratta?

In questa fase, sotto la pressione che ci riguarda tutti quanti, di grande emergenza non solo sanitaria ma anche sociale, con la scomparsa della possibilità di lavorare per milioni di persone – i precari, ma anche il lavoro sommerso –, la nostra paura è che passi la cultura e l’idea che la cosa più importante sia ripartire, a prescindere dalle condizioni! È un grande rischio per il Paese, perché prima le cose non andavano bene, sia in termini di sviluppo economico che di coesione sociale e di eliminazione o di contrasto alle disuguaglianze.

Il “prima” già non andava un granché bene, in un certo senso…

Dobbiamo ricordare che l’Italia tra i Paesi europei è stato quello che negli ultimi dieci anni ha registrato la maggior crescita di divario tra chi ha di più e chi ha di meno: c’è di più, il divario è aumentato anche rispetto agli Stati Uniti d’America.

Lo ricordano il presidente della Fondazione Con il Sud, Carlo Borgomeo, come anche lo Svimez: il contrasto alle disuguaglianze è condizione dello sviluppo, non un effetto. È la condizione della ripartenza. Non si può attendere lo sviluppo e poi risolvere le disuguaglianze. Questo è il nocciolo fondamentale con cui il Forum Disuguaglianze e Diversità sta lavorando: proposte immediate, concrete, come il reddito di emergenza, l’ampliamento del reddito di cittadinanza senza condizioni, ci siamo pronunciati a favore della regolarizzazione estesa degli immigrati, non solo nel campo dell’agricoltura. Quindi l’obiettivo è portare più avanti la linea della partenza, per riuscire ad avanzare complessivamente come Paese.

Le proposte si trovano su https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/.  È molto interessante lavorare alla lotta alle disuguaglianze come condizione necessaria dello sviluppo, e non come eventuale risultato dello sviluppo. A proposito di sviluppo: come immaginate uno sviluppo sostenibile?

Prima di tutto vorrei sottolineare un altro primato dell’Italia, di recente confermato da una ricerca della Oxford University. L’Italia è il secondo paese al mondo per capacità di esportazione nella green economy, dopo la Germania; ed è tra i primi cinque Paesi come prospettive di sviluppo per una green economy ad alta tecnologia – insieme a Germania, Gran Bretagna, Cina e Stati Uniti d’America. Cosa significa? Significa quanto questo Paese abbia potenzialità! Fa ancor più rabbia quindi prendere atto di quanto pesi il macigno delle disuguaglianze, dell’aumento dei divari che c’è stato in questi anni; non solo quelli sociali, ma anche quelli territoriali, tra aree interne e piccoli comuni da un lato e le grandi città dall’altro, tra le aree di campagna arretrata e le zone industrializzate… Conbtinua su confronti


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