L’Egitto, “partner ineludibile” per l’Italia. Soprattutto per la nostra industria delle armi

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Le parole spesso mentono, i numeri quasi mai e in questo caso davvero no. Come hanno rivelato la Rete italiana per il disarmo e la Rete della pace analizzando i dati aggregati dell’export militare italiano per il 2019, lo scorso anno l’Italia ha venduto armi all’Egitto per un valore di oltre 872 milioni di euro.
Ecco spiegato ancora una volta il significato autentico della frase “L’Egitto è un partner ineludibile per l’Italia”, pronunciata dall’allora ministro degli Esteri Angelino Alfano nelle settimane successive al ritorno al Cairo dell’ambasciatore italiano, deciso il 14 agosto 2017.
Come sappiamo, quella decisione immotivata e intempestiva ha dato all’Egitto un segnale preciso: la volontà di normalizzare le relazioni. Da allora è stato un susseguirsi di incontri ad alto livello, scambi, partenariati, accordi commerciali.
Le parole spesso mentono, si diceva. Si disse, quel 14 agosto 2017, che il ritorno dell’ambasciatore avrebbe avvicinato la verità per Giulio Regeni. Come sappiamo non è andata così, non sta andando così.
Infine, va sottolineato come nell’anno in cui è stato il principale acquirente di armi made in Italy, in Egitto c’è stata un’ulteriore recrudescenza delle violazioni dei diritti umani: migliaia di arresti durante le manifestazioni di settembre, detenzioni preventive rinnovate a oltranza, sparizioni, torture, censure nei confronti della stampa indipendente. Il 2020 non è iniziato meglio con l’arresto, all’inizio di febbraio, di Patrick Zaki. Asmatico e dunque a rischio di contagio da coronavirus, da ormai oltre 100 giorni in carcere per accuse infondate.

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