Le proteste arancioni con l’ombra nera dei movimenti fascisti

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Un paio di citazioni rendono curiosa e poi incredibile la protesta che si è tenuta in molte piazze d’Italia. I manifestanti indossavano gilet arancioni per imitare in qualche modo i gilet gialli francesi che un po’ di mesi fa hanno dato vita a ripetute proteste di piazza. Inoltre a scendere in strada a Roma è stato un movimento che si fa chiamare “Marcia su Roma” con chiarissima allusione alla marcia dei fascisti. Nella capitale si sono sfiorati scontri ed è emersa chiaramente la partecipazione di diversi gruppi riconducibili a Casapound, ultimamente tornata protagonista a Roma e Ostia. La protesta era contro il Governo e a Milano è andata in scena la beffa perché i manifestanti erano senza mascherina e capeggiati dal generale in pensione Antonio Pappalardo, uno cui piace stare contro i Governi, almeno alcuni. Ha recitato lo stesso copione qualche anno fa. Allora capeggiava i forconi, gli agricoltori delusi dall’Unione Europea che marciavano a bordo di trattori sulle strade statali. Questa volta Pappalardo dice che il covid è un’invenzione e che si può curare con rimedi naturali. Il sindaco di Milano ha definito i manifestanti degli “irresponsabili” visto che hanno evitato l’uso di dispositivi di protezione senza mantenere la distanza di sicurezza in una città duramente provata dalla diffusione del Covid. Sul piano strettamente formale sono state già annunciate denunce per la palese violazione delle norme anti covid, ma il messaggio che arriva dalle due maggiori città italiane nonché da moltissime altre, dove si sono tenuti sit in analoghi, ha poco di folclorico e molto di politico. Sotto il colore arancione delle casacche si cela il nero di un negazionismo del virus che guarda oltre e punta a creare disordini facendo leva sulla condizione economica di fasce marginali della popolazione, le più fragili. Ed è, forse, l’avvisaglia di una coda avvelenata dell’emergenza sanitaria.

(nella foto de Il Fatto Antonio Pappalardo a Milano)


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