La pirateria ruba il 23 % dei ricavi all’industria del libro

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Presentata una indagine Ipsos promossa da un’inedita alleanza di lobbying tra Aie e Fieg. Persi oltre 520 milioni di euro di ricavi ed oltre 3.600 posti di lavoro. Manca una coscienza diffusa, servono robuste campagne informative

La direzione è quella giusta, ma l’energia è inadeguata: questa mattina, nella sede centrale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, nella Sala Spadolini, è stata presentata dall’Associazione Italiana Editori (Aie) e dalla Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), in una inedita alleanza di lobbying simpaticamente denominata “Gli Editori”, una ricerca demoscopica che ha proposto dati inquietanti sulle dimensioni quantitativo-economiche della pirateria libraria in Italia.

Secondo le stime elaborate da Ipsos, l’economia libraria italiana perderebbe circa il 23 % dei propri potenziali ricavi a causa del fenomeno della pirateria, il che si tradurrebbe in oltre 500 milioni di euro l’anno di mancati ricavi ed in oltre 3.600 posti di lavoro perduti.

Non entriamo nel merito dell’affidabilità metodologica di queste indagini, lungi da noi dubitare della qualità tecnica di una multinazionale come Ipsos (nel caso in ispecie, il campione è stato di 4.000 interviste, con metodologia “Cawi”, quindi interviste via web): sappiamo bene, però, da ricercatori di mestiere, che molto spesso i risultati delle ricerche quantitative di questo tipo vanno presi con prudenza perché l’architettura del questionario può, in qualche modo, influenzare (talvolta finanche eterodirigere) le risposte.

Perplessità simili nutrivamo nei confronti delle stime elaborate dalla stessa Ipsos in materia di pirateria audiovisiva su iniziativa della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (Fapav), presentate l’11 luglio 2019.

Secondo l’indagine Fapav, il 38 % degli italiani “over 15” pratica pirateria audiovisiva.

Secondo Aie-Fieg, questa quota sarebbe al 36 % (ma arriverebbe all’80 % nel sub-campione degli “studenti”).

E ci domandiamo perché Ipsos non abbia proposto anche una lettura comparata tra le due indagini, che avrebbe consentito di stimolare ulteriori riflessioni.

Peraltro è evidente che la “pirateria” rappresenta comunque un argomento… scabroso, come la “pornografia” e più in generale, i “rapporti” sessuali”, o i comportamenti “trasgressivi”: il rispondente tende, inevitabilmente, ad autocensurare qualcosa.

Il problema è comunque oggettivamente importante, perché in Italia continua a prevalere una diffusa cultura della pseudo-gratuità di tutti i prodotti culturali, sulla base di una distorta visione libertario-anarcoide del web (e dell’economia digitale).

 

La percezione della pirateria: “peccato veniale” per molti italiani

 

Come confermato anche dalla ricerca presentata questa mattina, la gran parte dei fruitori italiani ha piena coscienza che l’atto di pirateria oscilla tra l’illegale e l’illecito, ma viene comunque percepito come… un “peccato veniale”. L’84 % degli italiani è infatto consapevole che gli atti di pirateria sono illeciti o illegali, ma il 39 % li considera comunque “poco” o “per niente gravi”, mentre il 66 % ritiene “poco” o “per niente” probabile la possibilità di essere scoperti e puniti

Il generale di brigata Renzo Nisi, Comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, a conferma di questo atteggiamento “tollerante” ed auto-indulgente degli italiani, ha citato una sua personale esperienza con un pubblico ministero partenopeo, il quale gli ha detto: “e suvvia, Capitano Nisi! che mai sarà ‘sta… pirateria!! non stiamo mica parlando di omicidi!!!”. In verità, non di omicidio fisico trattasi, ma di… vero e proprio… “genocidio culturale”.

Al di là della repressione (la pirateria resta comunque un reato), il problema di fondo è la totale assenza di un intervento dello Stato per promuovere una cultura della legalità, facendo comprendere ai cittadini, soprattutto ai più giovani, che il “download” da pirata di opere audiovisive, musicali, letterarie, determina una perdita di linfa vitale per i creatori delle opere.

Il convegno, intitolato “La pirateria del mondo del libro. Danni e indispensabile contrasto”, si pone come prima pubblica sortita organizzata da Gli Editori, l’accordo di “consultazione e azione comune” di Aie e Fieg, e ha fatto luce, per la prima volta, sul fenomeno dell’editoria libraria in Italia. Ogni giorno nel nostro Paese si compiono circa 300.000 atti di pirateria ai danni del mondo del libro, corrispondenti a 107 milioni in un anno…

Dopo la presentazione (ben curata, con infografica essenziale ma efficace) da Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos Italia, sono intervenuti i co-promotori, Ricardo Franco Levi, presidente degli editori di libri, e Andrea Riffeser Monti, presidente degli editori di giornali e periodici.

Il Presidente Aie Ricardo Levi ha sostenuto che “è necessario un forte sostegno alla domanda che consenta di esercitare in forma legale la richiesta di informazione e di cultura. ‘18App’ da riportare alla dotazione originale e detrazione fiscale per l’acquisto dei libri sono gli strumenti decisivi”. In argomento, si segnala che domani in Senato Matteo Renzi presenta, insieme ad Arianna Furi della community “Millennials”, una iniziativa di Italia Viva per estendere l’applicazione del “bonus cultura” anche ai giornali online…

Il Presidente Fieg Andrea Riffeser ha segnalato come il digitale abbia portato “opportunità ma anche rischi”, richiamando l’attenzione sulle molteplici forme di utilizzo abusivo dei contenuti: “dalle rassegne stampa online realizzate e diffuse senza autorizzazione, alla condivisione non autorizzata di pdf di giornali, anche attraverso piattaforme social, applicazioni telefoniche o di messaggistica. È necessario migliorare gli strumenti di tutela contro ogni forma di sfruttamento parassitario del diritto d’autore”.

 

Il giovane autore: Mazzariol e “l’onnipotenza della mia generazione”

 

È poi intervenuto a mo’ di “testimonial”, un giovanissimo (classe 1997) romanziere, Giacomo Mazzariol (autore del famoso “Mio fratello inseguiva i dinosauri”, un best-seller di Einaudi, dal quale è stato tratto anche un bel film diretto da Stefano Cipani, interpretato da Alessandro Gassmann ed Isabella Ragonese), il quale, in un intervento discretamente confuso (ci limitiamo a citare una sua espressione, riferita alla rivoluzione digitale: “l’onnipotenza della mia generazione”, intendendo forse… l’illusione di onnipotenza!), ha confermato come questa cultura della (pseudo) gratuità e finanche l’aspetto “romantico” della pirateria siano diffusissimi tra i più giovani, ed il download pirata non sia assolutamente percepito come un comportamento “a rischio”.

È evidente che non sono gli strumenti della repressione poliziesca a poter arginare concretamente il fenomeno, anche perché le sanzioni amministrative, se colti in flagrante, sono simili a quelle di una media “multa automobilistica” (circa 150 euro, spesso riducibili ad un terzo). E peraltro il “pirata” sa perfettamente che le chance di essere “pizzicato” sono statisticamente tendenti a zero (e certamente più basse rispetto al rischio di essere scoperti da un vigile urbano)..

Il generale Renzo Nisi si è fatto vanto di aver coordinato operazioni anti-pirateria che hanno portato al sequestro di 50mila titoli, ma si tratta certamente di una goccia nell’oceano, una vana lotta per contrastare un fenomeno che ha definito “pulviscolare” e quindi sfuggente, arduo da intercettare.

 

Urgono campagne informative istituzionali, intense e continuative

 

Permane, quindi, indispensabile ed urgente, la necessità di campagne informative istituzionali che abbiano continuità di medio-lungo periodo: non bastano le sporadiche iniziative della Presidenza del Consiglio dei Ministri, serve un’attività informativa ed una sensibilizzazione comunicazionale intense, a partire dalle scuole “di ogni ordine e grado”, ed il Ministero per l’Istruzione, la Ricerca e l’Università dovrebbe assumere un ruolo centrale. In questa dinamica, un ruolo fondamentale potrebbe – anzi dovrebbe – essere assunto dalla Rai, dato che iniziative così rientrano perfettamente nella sua missione di servizio pubblico. Sia Miur sia Rai, però, oggi curiosamente assenti.

I dati sono impressionanti (prendendo per buone le stime Ipsos): 528 milioni di euro di vendite (il 23 % del mercato, ad esclusione dell’editoria scolastica e dell’export), 3.600 posti di lavoro: questi sono i drammatici dati dei danni prodotti dalla pirateria sul mondo del libro.

Se contiamo, poi, gli effetti sul complesso dell’economia nazionale (e qui Ipsos gioca con modelli econometrici Istat), arriviamo a una “perdita di ricchezza” addirittura pari a 1,3 miliardi, con 8.800 posti di lavoro in meno, e 216 milioni di euro di minor incasso per l’erario…

Angelo Marcello Cardani, Presidente “pro tempore” dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha sostenuto che l’Agcom “il suo dovere l’ha fatto”, e si è fatto vanto del regolamento anti-pirateria che sarebbe stato “copiato” da autorità omologhe di altri Paesi, “senza che abbiano versato un euro di diritti all’Autorità italiana”. Cardani si è riferito al “Regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore online”, approvato a fine 2013, che disciplina le attività, le misure e gli interventi dell’Agcom in relazione a violazioni del diritto d’autore e dei diritti connessi commesse sulle reti di comunicazione elettronica. Siamo meno ottimisti dell’ormai quasi Past President di Agcom, rispetto alla concreta efficacia di questo regolamento, se i dati rivelati da Fapav e Aie-Fieg sono affidabili: lo scenario è disastrato e disastroso, con buona pace del decantato regolamento…

Da segnalare anche la prima sortita del neo Presidente della “rinascente” Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta: abbiamo già segnalato, anche su queste colonne, come Cci si fosse andata indebolendo nella propria rappresentatività nel corso del tempo, divenendo il fantasma di quel che potrebbe essere, ovvero il partner privato-imprenditoriale dello Stato nella elaborazione di politiche culturali evolute. Sono recentemente rientrate in Confindustria Cultura Anica (cinema), Apa (audiovisivo), Univideo (homevideo), e chissà che questa federazione di associazioni possa assumere un ruolo significativo – se finalmente dotata di risorse adeguate – nelle politiche culturali nazionali…

Conclusivamente: abbiamo maturato l’impressione di un’iniziativa certamente encomiabile, ma del tutto inadeguata alla dimensione qualitativa e quantitativa del fenomeno.

 

Martella (Pdcm): affronteremo questi problemi nel cantiere “Editoria 5.0”

 

Annunciata ma non intervenuta, per sopraggiunti impegni, la Sottosegretaria al Mibac Anna Laura Orrico (M5S), la voce del Governo è stata rappresentata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, delegato all’Informazione ed all’Editoria Andrea Martella (Pd), che ha rivendicato la bontà degli interventi del “Conte 2” in materia di editoria e giornalismo (superando le tesi “iberliste-libertarie” ed anti-sovvenzionamenti del suo predecessore Vito Crimi). Martella ha dichiarato che “come governo, non possiamo ignorare i dati emersi da questa ricerca e la richiesta di aiuto che viene dal settore dell’editoria. La pirateria va combattuta con la repressione dei comportamenti illegali, promuovendo l’educazione alla legalità, ma anche con il sostegno a tutta la filiera, così gravemente colpita. Attraverso ‘Editoria 5.0’ (un “cantiere della filiera”, annunciato a fine dicembre, n.d.r.) stiamo studiando nuovi strumenti di supporto per l’editoria periodica e quotidiana, perché, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita all’agenzia Ansa la settimana scorsa, l’informazione primaria ‘costituisce un elemento decisivo per la democrazia nel nostro Paese. Questo fa comprendere le esigenze di sostegno da parte delle istituzioni’”. Ha concluso Martella, “l’impegno, coerentemente con quanto affermato dal Ministro Franceschini, è quindi quello di lavorare ad un progetto analogo anche per l’editoria libraria, a partire dalle richieste che ci vengono dal settore, con particolare attenzione al sostegno alla domanda”.

Non resta da augurarsi che alle belle intenzioni facciano seguito politiche concrete, dotate di budget adeguati e di progettualità di lungo respiro. Si attendono segnali dal Miur, oltre che dalla Rai.

Intanto, nel silenzio dei più (al di là delle dichiarazioni di intenti), continuano a chiudere librerie, cinematografi, teatri, edicole… e la desertificazione culturale del Paese, nelle metropoli così come nei piccoli paesi, avanza senza che nessuno la contrasti concretamente.

Curiosa l’assenza di interventi, questa mattina, da parte della Siae, pur essendo la Società Italiana Autori Editori in prima linea nella difesa della creatività culturale ed artistica. Ennesima riprova della difficoltà a costruire in Italia un “fronte comune” contro la pirateria, giocando sulla leva della sensibilizzazione culturale e della promozione educativa?!

(*) Presidente di IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale (www.isicult.it)

 

Clicca qui, per leggere l’indagine Aie-Fieg realizzata da Ipsos Italia, “La pirateria del mondo del libro”, presentata il 22 gennaio 2020 a Roma, presso il Mibact


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