Perché la famiglia Macron fa già storia, dalla parte delle donne

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Come sarà Brigitte Macron da premier dame ancora non lo sappiamo, ma l’immagine che ritrae lei e suo marito neo eletto presidente della Francia, accompagnati dai tre figli di lei (due più grandi del marito), a loto volta accompagnati da mariti, mogli e figli, tutti in festa per la vittoria del marito della mamma e della nonna, quella immagine è già nella storia del costume.
La figlia più giovane di Brigitte, quella che forse ha vissuto più da vicino nascere ed evolversi la storia d’amore fra sua madre e quello che avrebbe potuto essere invece un suo corteggiatore, ha detto parole bellissime: lui ha scelto mamma, e ha scelto noi, noi siamo tutta una famiglia.

Guardate che in Italia a molti questa storia non piace affatto. Perché è una storia che stronca una delle rendite superstiti del mondo maschile, lo schema tipico del marito che lascia la moglie o la compagna per una donna molto più giovane (del resto dall’altra sponda dell’Oceano ci sono Donald e Melania Tramp…) e smonta anche il fatto che le coppie “un po’ diverse dal normale” (parole di Macron il giorno in cui ha sposato Brigitte nel 2007) siano destinate a fallire e abbiamo l’opposizione inesorabile dei figli del precedente matrimonio.

Nella famiglia Macron tutto questo non esiste, ma sembra esistere molto il rispetto dei sentimenti, la volontà di non perdersi, l’impegno per fare in modo che la vita sia più semplice a tutti, insieme alla consapevolezza di avere scelto un rapporto fuori dagli schemi “classici”. Altro che i nostri adolescenti e giovani figli delle migliaia di coppie che si separano e divorziamo, impegnati in battaglie legali furibondo dove i figli, appunto, vengono schierati contro l’altro coniuge o come catapulte di attacco o come merce di scambio. Figli che, peraltro, raramente essi stessi analizzano le vere situazioni, ma partono lancia in resta a favore di un solo genitore (più spesso la mamma), salvo poi avere quanti più soldi possibile dall’altro. E’ un tabù vero, importante, quello della donna molto più anziana del marito, è qualcosa che va a toccare un saldo principio mai messo in discussione in grandi matrimoni europei o americani, è un tarlo che minerà alla fine tutti i commentatori, che vorranno vedere da vicino, e sotto sotto aspettano le prime liti fra i due. E’ un importante elemento di riflessione per i nostri giudici che affrontano le cause di separazione dove magari compare come fattispecie processuale sottolineata in negativo la grande differenza fra i due, a svantaggio della donna.

Ma soprattutto è una nuova autentica rivoluzione per le donne: al messaggio quotidiano che passa da anni sui media – la ragazza giovane, fresca, senza imperfezioni fisiche – si contrappone ora uno scenario ribaltato a 360 gradi: gli uomini scoprano, insomma, che una donna, a venti come a sessant’anni, ha cervello, abilità, competenze, sex appeal. Tutte qualità che non hanno nulla a che fare con l’età.

Ovviamente se lui fosse una donna direbbero di lei, più giovane del suo ipotetico compagno, che l’ha sposato per i soldi, per fama e fortuna, perché le donne possono essere solo questo: in vendita ad esibirsi per far eccitare il maschio alpha. Una donna dell’età della compagna di Macron non si presta e dunque non va bene. Questa unione, è evidente, ribalta stereotipi e costumi consolidati da millenni, mette in crisi i media perché ne vogliono parlare come di un gossip ma parlano della moglie del presidente di uno dei più importanti paesi del mondo, disturba oltremodo i conservatori di ogni razza e colore e può rilanciare davvero ragionamenti importanti, perduti nel dibattito anche politico degli ultimi anni: la clamorosa scoperta che le donne sono persone!


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