Quirinale. Si scatenano fantasiosi retroscenisti. Scompare l’Italia reale

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Di Alessandro Cardulli

In questa Italia che va sott’acqua, i temporali si chiamano “bombe”; franano gli argini, costruiti con il polistirolo, di pacifici fiumiciattoli, ripieni di tutto, che attraversano campagne abbandonate, terre incolte, dove pare non vi siano più i colpevoli di alcunché; Cucchi è morto per autopercosse, si è massacrato per conto suo; all’Aquila tutti assolti; i capi mafia che perseguitano Saviano, assolti, e smettiamo qui, verrebbe voglia di dire che non ci meravigliamo più di niente. Invece non è così, c’è sempre qualcosa di nuovo. Lo scoop di Stefano Folli, che scoop non è, perché il Presidente Napolitano, al momento del suo insediamento aveva detto con chiarezza che il suo incarico era a termine. Dopo aver lasciato il giornale della Confindustria, perché Folli non ha chiuso in bellezza, affidando lo “scoop” al Sole 24 ore? E invece ha traslocato a Repubblica, ha fatto il colpo, quello, avrà pensato, per cui un giornalista rimane nella storia del giornalismo. Folli è un professionista di razza, non poteva non sapere che rendere noto perfino il giorno in cui Napolitano se ne sarebbe andato avrebbe terremotato la scena politica già scricchiolante, per riprendere una parola che piace a Renzi. Il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, altrettanto di razza, non sappiamo se abbia interpellato l’editore, poteva ignorare che si sarebbe scatenata una canea, ci scusino i cani che noi amiamo? Verrebbe voglia di dire, tanto rumore per nulla. Invece i protagonisti dei media si sono buttati a tuffo , sondaggi a gogò, toto presidente. I retroscenisti si scatenano. L’immaginazione al potere, si disse tanti anni fa, ma erano altri tempi. Ed erano altre fantasie.
Santanchè a Piazza Pulita offende Napolitano al limite del vilipendio
Tutto è buono per far scomparire il Paese reale, i suoi problemi, le lotte sociali, le manifestazioni, gli scioperi, le fabbriche che chiudono con il rischio che scompaia il nostro apparato industriale, che l’economia italiana fondi la sua esistenza solo sui servizi. E si fa circolare il fatto che il Presidente è vecchio e stanco, lo si offende. In un telegiornale, un parlamentare ha detto: “l’ho visto che impugnava il bastone, è proprio stanco”. Ma è niente rispetto alla sconcio , di questo si tratta, che ha preso corpo a Piazza Pulita. Arriva la Santanchè, in questi tempi un po’ eclissata, e si lancia in ingiurie, offese nei confronti di Napolitano, lo accusa di “trame”, complotti, lo offende. Il professor Cacciari è indignato, si rivolge al conduttore Corrado Formigli, “se prosegue così la trasmissione me ne vado”. Santanchè prende fiato e riparte. Siamo al vilipendio. Formigli non riesce a contenere la signora. E dallo schermo di La 7 è un fiume di insulti nei confronti del Capo dello Stato. Mai era accaduto qualcosa di simile. Certo, anche il Capo dello Stato è criticabile. Ma il vilipendio è un reato. In fondo , pensavamo, perché prendersela con la pulzella?
L’obiettivo di Renzi: allargare la maggioranza a Berlusconi
Fanno di peggio, Renzi, Berlusconi, Alfano. Grillo, inutile anche citarlo, è lui il re delle offese, insieme a Travaglio. Salvini è impegnato a trattare con le destre estreme, dalla francese Le Pen ai neonazisti italiani. Colgono al volo l’occasione per riprendere trame, pensare a nuovi traguardi, patti similNazareno, da sciogliere per allargare ancora di più, di fatto, la maggioranza all’ex cavaliere. Alfano, quello che non si accorge che la polizia bastona gli operai, si rivolge al suo ex capo e, dolcemente, dice: “Basta con i rancori, ripartiamo”. E Renzi fa finta di lanciare ultimatum al Berlusca sulla nuova legge elettorale, che, a quanto se ne sa, sarebbe peggiore del porcellum. Punta ad allargare la maggioranza a Forza Italia, un partito a pezzi, ma anche i pezzi servono a fare un tessuto. In questo quadro orribile, Napolitano può diventare un ingombro, anche se Renzi dovrebbe ringraziarlo più e più volte. Nel quadro della maggioranza allargata non ci può essere il ritratto di Napolitano. Perché c’è bisogno di quello scranno, può diventare il cardine della grande alleanza, di un grande imbroglio. Anche se dovesse saltare il patto del Nazareno si tratterebbe di una ferita da rimarginare presto per arrivare tutti insieme al 2018, come Renzi propone, state sereni , dice. Berlusconi ci conta molto, non ha molte altre strade e non dimentica che Napolitano gli ha rifiutato quella grazia che lo avrebbe rimesso in sella. E siccome siamo maligni, pensiamo anche che un presidente laico, che viene dalla storia della sinistra, un patrimonio che vale per l’oggi e deve valere per il futuro, è un ingombro. Meglio qualcuno che riprenda la tradizione democristiana. Se poi fosse una scout, sarebbe il massimo della goduria. Verrebbe voglia di parlare di “poteri forti” . Ma i renziani e gli ex dc direbbero che non esistono, fate i nomi. No, no, ci sono e li vediamo in azione.

Da jobsnews.it


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