Libertà di espressione dei blogger a rischio

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Riccardo Venturi (nella foto) “L’Asociale” è un blogger che, con una coerenza che appartiene a pochi,  ha sempre scritto ciò che pensava. Seppure abbia un discreto seguito, Riccardo è quanto di più lontano possa esistere da una web star, è un anarchico vero, una persona che crede nei valori di giustizia ed equità sociale. Non è un giornalista, non ha alcun editore pronto a spalleggiarlo, è una persona che non si è mai nascosta dietro pseudonimi. Il 20 Aprile dello scorso anno aveva espresso la sua opinione riguardo al secondo mandato di Giorgio Napolitano, le sue parole ruvide, dirette e amaramente ironiche (com’è il suo stile), devono aver fatto arrabbiare qualcuno che, non avendo avuto il coraggio di confrontarsi direttamente con lui, gli ha fatto notificare un atto di rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 2 Aprile, Riccardo Venturi è stato accusato di “attentato all’onore e al prestigio del Capo dello Stato”. Alla luce di questo mi chiedo come sia possibile che il Presidente della Repubblica (e chi vigila sulla sua incolumità) possano perdere tempo prezioso nel difendersi, con mezzi legali, dalle critiche di un cittadino comune come lo sono la maggior parte dei blogger. Ci sono stati episodi simili in passato, i giornalisti che scrivono sulle grandi testate hanno sicuramente più mezzi per difendersi dalle varie accuse, le loro vicende sono diffuse e discusse sui media, ma chi tutela la libertà di espressione di una persona comune che esprime il suo dissenso? Quello che è successo a Riccardo Venturi e a coloro che si sono ritrovati in simili situazioni è grave, fatti come questo potrebbero portare molte persone ad evitare di esprimere la propria opinione per paura di ripercussioni legali. Questi timori potrebbero non solo riguardare i bloggers, ma anche le persone che utilizzano i social network, ricordo che qualche mese fa Marina Morpugno si vide notificare un avviso di garanzia per aver criticato su facebook un manifesto “sessista”.  Il nostro paese è al 57° posto nella Classifica della Libertà di stampa, una posizione che dovrebbe far riflettere sull’applicazione reale dell’articolo 21. Purtroppo dobbiamo constatare una crescente censura anche nella rete, è preoccupante osservare come si cerchi di tappare la bocca alle voci veramente libere, questo  è sintomo di un’allarmante repressione ed è anche indice di vigliaccheria. Riccardo Venturi dal suo blog Ἐκβλόγγηθι  Σεαυτόν  Asocial Network ha  scritto : “Naturalmente, ho ben presente che potrebbe toccare a tutti. Perlomeno a chi tiene un blog, o comunque manifesta pubblicamente il proprio pensiero anche in forme non ortodosse. Nella pratica, però, è passata una grande e comprensibile fifa. Si è visto oramai definitivamente come nessuna forma di azione (e intendo questo termine nella sua accezione più vasta) che travalichi la legalità imposta come dogma di controllo e strumento di omologazione sia tollerata; essa deve essere stroncata, anche se si manifesta in forme e luoghi francamente minori come, ad esempio, questo blog. In un certo qual senso, la mia vicenda può essere emblematica o, quantomeno, può fornire un valido esempio di capillarità. L’alternativa è: tacere. Oppure occuparsi, nei propri spazi in Rete, di cose del tutto innocue, mostrando rispetto e critica che rientri nei canoni della (loro) Legge.”


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