Assad e Francisco Franco: bella coppia!

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Il popolo siriano è ridotto a vagare senza pane per il mondo. Ma in Spagna qualcuno vede nel suo persecutore un eroe. Come Franco.

Domani, domenica, in Spagna saranno beatificate le vittime di una delle tante pagine orribili della guerra civile. Negare quel che accadde, la violenza anticattolica, è stato e seguita a essere l’ errore della sinistra. Vedere solo quella e rifiutarsi di riconoscere che ci fu anche un rovescio di quella medaglia è stata la scelta consapevole della destra.

Ora, a ridosso di questa beatificazione di centinia di martiri spagnoli e cattolici, il vescovo che officerà il rito prende carta e penna e li paragona ai cristiani di Maalula, martiri della fede, uccisi “in odium fidei” dai fanatici islamisti di al Qaeda.

Il racconto effettuato da questo vescovo riprende tutti gli orrori narrati dalla propaganda del regime, e smentiti dal patriarca ortodosso competente per la città di Maalula il giorno stesso che la battaglia di Maalula cominciò . Ma le parole con cui quel religioso negò che a Maalula le cose siano andate come raccontato dal regime e dai suoi tirapiedi non passa, non deve passare. Il racconto deve parlare di una sola violenza, quella degli islamisti, e di un sol eroico aiuto alla popolazione cristiana, quello prestato dall’amorevole esercito “lealista”.

Profanazione, ferocia, crudeltà, “odium fidei” dei musulmani (che hanno in al Qaeda la loro “parte per il tutto”) contro umanità, generosità, amore, servizio per gli umili da parte dell’esercito di Bashar al-Assad.

“Quando le milizie cristiane libanesi, quelle che portavano appiccicata sui loro fucili la decalcomania di Maria, tentarono la stessa operazione – osserva costernato un carissimo amico cristiano e libanese – il Vaticano non si piegò, non avallò.” Tanto è vero che nella raccomandazione post-sinodale per il Libano del 1997 Giovanni Paolo II ha scritto “la chiesa ha visto i suoi figli uccidere, essere uccisi e uccidersi tra di loro”. Oggi speriamo che la reazione sia analoga.

Bashar al-Assad è un criminale di guerra che non “in odium fidei” ma in odio alla libertà, ai diritti dell’uomo, alla civiltà umana, ha ridotto il suo popolo a girare randagio tra le macerie che gli ha seminato attorno.

Il processo di riabilitazione personale del despota che ha gassato, torturato, massacrato il suo popolo, è cominciato grazie soprattutto al coro russo-americano. Una vergogna che il popolo siriano non accetterà e alla quale speriamo proprio che non si uniscano “cappellani officianti”. Sarebbe un errore epocale per tutti noi, cittadini di quello che è stato e deve restare il “Mare Nostrum”.

da ilmondodiannibale.it


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