Uomini bandiera come Rivera (o come Riva) non esistono più

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I tifosi da salotto dovevano accontentarsi delle briciole, la domenica pomeriggio al campo era un rito,stesso orario per tutte le partite,radioline all’orecchio per i soli secondi tempi con quel piccolo vuoto nello stomaco nell’attimo in cui veniva annunciato il risultato del primo: “Milan 1-Juventus….”. L’albero di Natale era quello sotto cui venivano collocati i doni e il 3-4-1-2 una formula indecifrabile. Nei numeri di maglia si trovavano certezze dall’1 all’11, salvo ai mondiali,come quelli di Messico ’70,dell’epica Italia-Germania 4-3. C’erano il libero, lo stopper, la mezzala. E cosi’ ci siamo avvicinati a lui al golden seventy years old, all’ex abatino di breriana penna, a colui che su quella partita della memoria impresse il suo sigillo indelebile,alla mezzala per antonomasia. Prima anti-eroe,disorientato, immobile vicino a un palo a guardare soltanto un pallone beffardo ma poi vero eroe , maestro d’orgoglio e di balistica.Gianni Rivera in campo era stile ed eleganza, “Giggirriva” rombo di tuono la forza fisica. Era un’epoca in cui si tifava Italia con maggior convinzione,e sempre si parteggiava per le formazioni del Belpaese nelle coppe europee,in cui Rivera fu grande. protagonista, cosi’ come Mazzola il suo presunto Bartali. Era il calcio del cuore,delle sane rivalita’ di un’Italia che si sentiva lieta per essere stata unita. Due ore di divisioni allo stadio,sette giorni di chiacchiere e nulla più’.L’ingaggio dei giocatori era 20-30 volte superiore le paghe medie,non 300-400. Una fase storica che si chiuse con Maradona e Platini.I tanti replay televisivi per mostrare oggi il gol in tutte le salse sembrano la metafora delle troppe ridondanze di uno sport sempre più’ invasivo,ma in fondo meno amato. Forse anche perche’ uomini bandiera come Rivera (o come Riva) non esistono più’.E’ il calcio del conflitto di interessi,che, con cuore milanista e da golden boy della politica, Gianni l’abatino individuo’ con quella intelligenza che porto’ dalla fertile erbetta agli scranni di Montecitorio.Nelle ultime occasioni in cui ha cercato il consenso democratico non gli e’ andata bene,ma nel fargli gli auguri confidiamo nel terzo Rivera.In fondo quella sequenza di Italia-Germania gl’indica la strada:un gol si puo’ subire,l’importante e’ saper ribaltare il fronte e realizzare quello decisivo. Prosit !


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