Grazie Nanni

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Non bisogna vergognarsi dei propri limiti, ma solo della pigrizia di non volerli affrontare. La lotta alla banalità di Nanni Moretti è il  contributo che apprezzo di più, perché picchia su quella che spesso viene ritenuta una qualità italiana ed è invece la zavorra che ci blocca da sempre: l’adattamento. Un misto di opportunismo e conformismo che considera il cambiamento roba da ingenui, l’autenticità un pericolo inutile, il dubbio uno spreco d’energie. Moretti ha parlato con i suoi film, gridato a Piazza Navona, sostenuto i Girotondi. Ed è tornato a farci pensare con i suoi film. Per i suoi 60 anni, non gli faccio gli auguri perché non sono un suo amico, ma lo ringrazio perché ha detto tante cose di sinistra, a noi di sinistra.


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