Giornalismo sotto attacco in Italia

L’enorme coraggio di Abu Mazen

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Cominciamo dalla notizia: intervistato dalla tv israeliana Channel w2, al giornalista che gli chiedeva se gli sarebbe piaciuto vivere a Safed, la sua città natale in Galilea, che oggi è parte integrante dello Stato d’Israele, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha risposto: “Ho visitato Safed più di una volta. Vedere Safed e’ un mio diritto, ma non quello di viverci”. Sono parole chiarissime: “il diritto al ritorno del palestinesi non c’è più.”

Ad un governo israeliano che procede a tutto vapore nella costruzione di insediamenti ebraici nei Territori Palestinesi occupati ( costruzioni illegali per il diritto internazionale), il leader palestinese risponde rilanciando le ragioni della pace basata sulla soluzione dei due stati. Nel modo più unilaterale, “disperato” e coraggioso che si potesse immaginare.Vediamo.

Il diritto al ritorno palestinese oggi riguarderebbe milioni e milioni di palestinesi. E’ evidente che molti di costoro -in caso di opzione – sceglierebbero le compensazioni previste da un ipotetico accordo di pace tra i due stati sovrani; ma la paura che così possa non essere ha sempre fatto da volano al timore di molti israeliani di finire sommersi da una “marea di rientranti”.

Il punto logico e politico lo fissò anni fa un grande intellettuale palestinese, Sari Nusseibeh: “in caso di accordi pace il diritto al ritorno sarebbe all’interno dello Stato palestinese”. E questo sembra dire oggi Abu Mazen, senza anteporre “se Israele.”

La chiarezza dell’affermazione del leader palestinese avrà certamente conseguenze, nel campo palestinese. Prevederlo è un’ovvietà, anche se tutti sanno che il processo di pace avrebbe comportato questo esito, doloroso per i palestinesi, ma inevitabile per raggiungere un’intesa vero.

La scommessa di Abu Mazen però sembra un’altra: riattivare il campo pacifista nel campo israeliano prima delle elezioni politiche che si terranno in Israele all’inizio del prossimo anno. Senza un fronte pro-pace arabo-israeliano le sperane di un futuro diverso sono pressoché zero. E in questo caso non ci sarebbe nè diritto al ritorno né accordo di pace. La mossa dunque sembra “un rilancio difficilissimo”,, ma di prospettiva, enorme coraggio e visione.Chissà…

Il mondo di Annibale


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