Come l’Iran cancella la protesta del Bahrain

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di Kiwan Kiwan
Fiasco iraniano a discapito della vera insurrezione del Bahrain. Gli iraniani l’avevano tentata bella: una delegazione dell’opposizione del Bahrein, ma costituita solo dai fedelissimi di Tehran, è stata costretta ad annullare la conferenza, programmata a Ginevra, in quanto non si è presentata nessun’ altra organizzazione delle molte che, da tuto il mondo, avrebbero dovuto esprimere solidarietà al popol dei Bahrain, vessato da un governo discriminatorio nei confronti della maggioranza sciita. Un fisco colossale, nonostante i notevoli costi sostenuti per la trasferta europea della delegazione, che ha soggiornato in lussuosi hotel a Ginevra, a cinque stelle, tutto a carico dell’ iraniano Abdul Hamid Dashti, che ha noleggiato 22 auto per trasportare i rappresentanti dall’aeroporto agli alberghi e alla sede della conferenza.

La delusione ha toccato tutta l’opposizione del Golfo, che ha organizzato un incontro dal titolo «Diritti umani nel Golfo», alla quale hanno partecipato solo nove persone. Tutti i giornalisti sono rimasti sorpresi per la priorità data soltanto ai mezzi di stampa e comunicazione iraniana, mentre a tutti gli altri è stato impedito di partecipare, fatto inudito e motivo di una accesa discussione tra il corrispondente della rete televisiva ALARABYA, al quale è stato proibito di accedere alla sala e Mariam Khawaja e Khalid Ibrahim, vice Presidente dell’associazione (vicina a Hezbollah) che ha organizzato l’incontro. Il corrispondente di Arabiya ha contestato urlando: “come si fa a organizzare un incontro sui diritti umani negli Stati del Golfo e impedire ai rappresentanti dei media del Golfo di parteciparvi?”

All’incontro non erano stati invitati i gruppi per i diritti umani ma solo gruppi politici, gestiti da Khalid Ibrahim, cittadino iracheno con rapporti con Hezbollah. Ecco il bel risultato.


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