Texas, quell’ago entrato nella vena con il suo carico di veleno

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Non importa che avesse un deficit mentale con un quoziente intellettivo molto basso. Non importa che per questo il mondo si fosse mobilitato per chiedere la sospensione della pena. La Corte suprema ha deciso: Marvin Wilson doveva morire per mano del boia. E così è stato. Martedi alle 18 e 13 americane nel carcere di Huntsville in Texas, davanti ai suoi familiari e a quelli della vittima, l’ago è entrato nella sua vena con il suo carico di veleno. Ci sono voluti quattordici minuti perchè Wilson morisse. Le sue ultime parole sono state per la madre: “Abbracciatela e ditele che le voglio bene”. Poi ha aggiunto: “Portami a casa Gesù, portami alla casa Dio”.
Dieci anni fa era stata la stessa Corte suprema a proibire l’esecuzione dei condannati con deficit mentale, senza però definirne i criteri e lasciando che fosse ogni singolo stato a stabilire i propri. E così il Texas ha deciso: un ritardato mentale deve presentare le stesse caratteristiche del personaggio Lennie del romanzo “Uomini e topi” di Steinbeck. E Wilson non li presentava. Ragionava come un bambino, non riusciva ad allacciarsi le scarpe e neanche a contare, ma non assomigliava al personaggio del romanzo. Per questo è morto.


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