Particella di Dio?!

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di Nadia Redoglia
In linguistica italiana “bosone” suona proprio brutto…ma è solo colpa del suffisso “one”! Chi scoprì l’incommensurabile potenza della particella-vettore delle “forze” (oggi è più corretto chiamarle interiezioni) sconosciute si chiamava Bose Satyendranath: fisico-matematico indiano (Calcutta 1894-1974) il cui autorevole e straordinario ingegno fu però “solo” apprezzato da Einstein. Il resto del mondo matematico-scientifico lo scaricò malamente accusandolo d’errore manco  degno d’esser approfondito. Eistein dimostrò l’assoluto contrario. Per questo e per altro: grazie d’essere esistito (d’esistere?) Einstein.

Oggi, grazie a Higgs, otteniamo la prova probante, la certezza, la consistenza, la coerenza (naturalmente secondo il supremo tripudio cognitivo della mente umana che è arrivato a trovare la parte più “piccola” possibile per dimostrare l’assunto) della “perfezione”, della “completezza”  quanto a concepimento, nascita, esistenza e, molto probabilmente, la  “mai fine” dell’universo tutto! Mi perdonino i fisici e matematici se personalmente riesco a giungere solo a questa riflessione per cercare di identificare, nel modo più banalmente sintetico, l’assioma…

Ma chi è perciò quel deficiente che ha osato coniare la scoperta “particella di Dio”?!
Premesso che “Dio”, per chi (veramente) ci crede, non ha bisogno di “particelle”. E’ il “colui che  è” e, in quanto tale,  crea (e distrugge) dal…NULLA assoluto. Higgs ha saputo dimostrare “solo” la natura umana del “nulla” sempre però legata al concetto d’esistenza umana afferente al  “qualcosa”…

Proprio per questo la nostra Margherita Hack, atea ancorché agnostica conclamata, rivolgendosi naturalmente ai credenti, ha definito il bosone di Higgs non già “particella di dio”, bensì proprio il Dio stesso creatore dell’Universo, ma al solo fine di trovare la “similitudine” più adeguata a che questi credenti, rivolti essenzialmente al divino, potessero “scendere” in terra a recepire l’umana scoperta dell’umano Higgs.
Perché, diciamocelo, la “particella di Dio” può stare giusto in bocca a quelli che, a oggi, non sono stati neppure ancora buoni a mettere in pratica  “la particella” dei Dico!.


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