A processo la giornalista tv che criticò in diretta il presidente egiziano

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Ha resistito per un quarto di secolo alle pressioni del regime di Mubarak, poi a quelle del breve governo della Fratellanza musulmana. Ma ora, sotto la presidenza di Abdel Fattah al-Sisi, la carriera di Azza al-Hennawy, volto assai noto della tv egiziana, pare giunta al termine.  Sabato 27 agosto è stata rinviata a processo, insieme al regista e al produttore del programma d’informazione “Cairo News”, per aver insultato il presidente al-Sisi in una puntata andata in onda a marzo. Questo il “fuori copione” incriminato: “Il presidente chiede agli egiziani di lavorare. Gli egiziani lavorano ma la maggior parte delle autorità no. E, sinceramente, neanche lei lavora, signor presidente. Lei non ha risolto un solo problema da quando è arrivato al potere”.

Nella stessa puntata, la coraggiosa presentatrice aveva fatto riferimento ad argomenti tabù, quali la corruzione all’interno delle istituzioni, le sparizioni forzate, l’imprigionamento dei giornalisti e la repressione contro la società civile. Non aveva chiamato direttamente in causa al-Sisi ma lo aveva accusato di non aver preso le misure necessarie per contrastare questi fenomeni. La trasmissione era finita con una rissa verbale tra Azza el-Hennawy e uno dei suoi ospiti, che l’aveva accusata di promuovere, attraverso la tv di stato, gli obiettivi di soggetti nemici dell’Egitto.

Come scritto all’inizio, Azza el-Hennawy non è mai stata tenera con le autorità: era stata sospesa per un anno sotto Mubarak, per diversi mesi sotto Morsi e una prima volta sotto al-Sisi, nel novembre dello scorso anno. Appresa la notizia del rinvio a processo, Azza el-Hennawy non è rimasta zitta. Ecco cosa ha detto qualche giorno fa in un’intervista al portale Mada Masr:

“Voglio chiedere al presidente: che genere di donne vuole accanto a sé nella costruzione dell’Egitto? Quelle che seguono la loro coscienza e rispettano le opinioni della gente o quelle che obbediscono ciecamente agli ordini? Voglio dirgli che il suo regime è più fascista di quello di Mubarak e dei Fratelli musulmani e che non verrò mai meno ai miei princìpi a costo di essere messa a morte”.


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