Migranti, Avramopoulos rafforza Frontex e guarda a Usa e Australia

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da Redattore Sociale

 

Nella sua audizione a Bruxelles, il nuovo commissario ricorda che l’Europa deve creare un quadro giuridico chiaro per un’immigrazione regolare, che comprenda canali legali di entrata, un maggior impegno per il reinsediamento dei rifugiati direttamente dai campi profughi. Un esperto per l’immigrazione in ogni paese terzo in cui l’Ue ha una sede diplomatica

BRUXELLES – L’Europa deve creare un quadro giuridico chiaro per un’immigrazione regolare, che comprenda anche canali legali di entrata, un maggior impegno da parte di tutti i paesi al resettlement o reinsediamento dei rifugiati direttamente dai campi profughi, una solidarietà di tutti e per tutti e un rafforzamento di Frontex anche per quanto riguarda le operazioni di soccorso in mare, tenendo in mente che la priorità numero uno è quella di salvare vite umane.

Si muove sulle linee seguite da Cecilia Malmstrom, che lo ha preceduto, il nuovo commissario designato per l’immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos. Rispondendo agli eurodeputati nella sua audizione a Bruxelles per essere confermato come membro del nuovo esecutivo Ue. E, pur non facendo grandi promesse, Avramopoulos mostra qualche apertura nei confronti di un nuovo approccio alla gestione delle politiche in materia e delinea le linee guida che vorrà seguire nei cinque anni del suo mandato.
“Mi piacerebbe lasciare un’eredità importante a questa Unione Europea – ha affermato Avramopoulos – una politica di immigrazione legale e unitaria per tutta l’Ue, tenendo come stella cometa il rispetto dei diritti fondamentali senza che siano la Corte Europea di Giustizia né quella dei diritti dell’uomo a ricordarcelo”. “Tre sono le condizioni per avere successo verso una politica migratoria comune – ah aggiunto -: solidarietà, solidarietà, solidarietà”.

Il commissario designato vede come modelli da imitare nella gestione dei flussi migratori quelli di Stati Uniti, Australia e Canada, capaci di attrarre un’immigrazione di qualità e di far entrare i profili professionali e le tipologie di persone di cui questi paesi hanno effettivamente bisogno.
Fra gli spunti più interessanti emersi dall’audizione del commissario designato c’è l’idea di istituire un esperto per l’immigrazione in ogni paese terzo in cui l’UE ha una sede diplomatica, in modo da gestire le richieste d’asilo direttamente in loco.

Per quanto riguarda la revisione della convenzione di Dublino, che prevede che l’immigrato possa richiedere asilo solo nel paese di arrivo in Europa, Avramopoulos la definisce necessaria e promete che, se sarà confermato commissario, si impegnerà a studiarne la modifica in collaborazione però con gli Stati membri, tenendo conto che ogni paese ha i suoi bisogni e le sue capacità di accoglienza e dovrà decidere di che tipo di profili professionali e di persone avrà bisogno.

“Mare nostrum non è stata così inefficace come alcuni dicono – ha dichiarato poi Avramopoulos – perché ha salvato moltissime vite. Qualcuno la definisce un fattore di incentivo all’immigrazione irregolare, io so solo che se l’Italia, come leggo nei giornali, la vorrà sospendere, non potrà comunque sfuggire dalle sue responsabilità in quanto a paese che si trova al centro dell’arco delle rotte dei migranti. Però, d’altro canto, nessuno Stato membro da solo può fare quello che è necessario fare, quindi chiedo al Parlamento di sostenermi nel mio intento di rafforzare Frontex e di mettere a disposizione dell’agenzia più risorse. Il rafforzamento di Frontex dovrà riguardare sia il controllo delle frontiere sia l’estensione del suo mandato verso una maggiore attenzione al salvataggio di vite umane. Triton potrà in parte alleviare il carico finora ricaduto su Mare Nostrum, ma le operazioni di soccorso in mare resteranno comunque competenza principalmente degli Stati membri”.

Avramopoulos, che è stato ministro della difesa del governo greco responsabile della  costruzione del recinto al confine di Ebros fra il suo paese e la Turchia, da prima ha nicchiato un po’ nel rispondere agli eurodeputati che gli chiedevano cosa pensasse di questo muro, spiegando che era stato costruito in un momento in cui ogni paese andava in ordine sparso per proteggersi dall’immigrazione irregolare, ma poi si è dichiarato  apertamente oppositore di qualsiasi barriera che faccia dell’Europa una fortezza. “Io credo in un’Europa democratica, aperta e libera”, ha dichiarato.

“Siamo tutti stati paesi di migranti – ha aggiunto Avramopoulos – abbiamo mandato milioni di immigrati in giro. Ma un’immigrazione regolare con orme chiare è il miglior antidoto all’immigrazione irregolare. Le misure che finora sono state prese, sono state spesso frutto di pressione e di emergenze del momento. Noi invece dobbiamo armonizzare la legislazione esistente e monitorare, ad esempio, che il nuovo pacchetto asilo, destinato a entrre in vigore il prossimo giugno, sia effettivamente applicato in tutti gli Stati membri”.

“Coloro che cercano di bussare alla nostra porta non sono terroristi in erba, ma solo persone che cercano di fuggire da situazione di conflitto o di povertà e che sono attratte dai valori che l’Europa propone”, ricorda il commissario designato.
“Non dobbiamo avere paura dell’immigrazione – conclude Avramopoulos – perché questa può essere utile ad esempio a combattere l’invecchiamento demografico in UE o a coprire determinate mancanze nel nostro mercato del lavoro. Per questo dobbiamo favorire la mobilità degli studenti e dei lavoratori come già si fa e farlo ancora meglio”.
E sulle tragedie dell’immigrazione, Avramopoulos ripete ben due volte: “Noi sappiamo quante persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, ma non sappiamo quanti siano i dispersi. Secondo me le statistiche di cui disponiamo stimano per difetto il numero di persone morte nel nostro mare”. (Maurizio Molinari)

da http://www.redattoresociale.it


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