Rai, approvare poche riforme chiare

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VERSO IL CONVEGNO DEL 2 LUGLIO AL CNEL (Art.21/Fondazione Di Vittorio) – E’  iniziata la partita del rinnovo della concessione di Servizio pubblico del 2016. E con tutta evidenza sono scesi in campo interessi politici, economici ed editoriali. E’ sotto questa luce che dobbiamo leggere i numerosi attacchi contro la Rai delle ultime settimane. Da più parti è stata avanzata l’ipotesi di un bando di gara per l’assegnazione della nuova concessione. Ma di quale bando di gara si favoleggia? Di quali obblighi di legge o europei?
Se si vuole davvero adeguare il sistema radiotelevisivo al contesto europeo è necessario approvare poche riforme chiare, che l’Usigrai ha messo in campo già da mesi con l’#AgendaRai.
A partire dalla riforma della governance per sottrarre il controllo ai partiti e ai governi. Poi la legge sui conflitti di interesse, una rigorosa normativa antitrust, e provvedimenti per abbattere l’evasione del canone (che causa danni pari a 600 milioni di euro ogni anno).
Se si vuole dimostrare di non essere europeisti a giorni alterni, si traduca in norme il pronunciamento del Consiglio d’Europa del 16 febbraio 2012 sui Media di Servizio Pubblico.
Sono queste le proposte che avanzeremo alle istituzioni e al mondo della politica che parteciperanno all’iniziativa organizzata per il 2 luglio da Articolo21. Su un percorso serio di riforme, noi siamo pronti a collaborare.
Dunque, ben venga la consultazione pubblica annunciata dal vice ministro Antonio Catricalà per il Contratto di Servizio e, sul modello della Royal Charter della Bbc, per la concessione: sarà l’occasione per fare chiarezza sulle posizioni del governo e di tutti i partiti. E’ da anni che il sindacato dei giornalisti della Rai chiede che il Contratto di Servizio e, ancor di più, la Concessione, siano il frutto non di una discussione nel chiuso di poche stanza, ma di un dibattito aperto, che coinvolga le parti sociali, le associazioni, i movimenti, i cittadini.
Intanto riteniamo positivo che il vice ministro abbia detto con chiarezza che la Rai è un “asset strategico” e per questo il governo non ha in programma nessuna ipotesi di privatizzazione o di vendita.
Così come accogliamo con favore le parole del neopresidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, Roberto Fico, che sembra aver superato la linea sfascista e qualunquista adottata dal Movimento5Stelle in campagna elettorale.
Insomma, se si vuole riformare davvero, l’Usigrai è pronta alla sfida, con responsabilità. Ma anche con paletti chiari. Nessuna discussione può essere affrontata in maniera seria senza restituire alla Rai libertà, autonomia e indipendenza, senza dare alla Rai gli strumenti per rilanciarsi, per essere presente sul mercato crossmediale.


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