Perché mi piace Corbyn

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Dopo una crisi economica che anche in Gran Bretagna “ha fatto soffrire, che ha emarginato ancora di più, ora la gente chiede rispetto per i propri diritti. Noi crediamo che in maggio il Labour Party abbia perso le elezioni perché non ha saputo dire “no” a queste politiche che penalizzano i più svantaggiati. Il Labour ha  presentato una sua forma di austerity “light” ed ha perso. Non ha dietro un codazzo di militanti né uno staff  di quadri ma soltanto l’addetta stampa Carmel Nolan.  E Luca Neve, un fotoreporter calabrese freelance che lo segue da sei anni ne parla così:” Lo dico sempre ,è un uomo normale.

La gente è colpita dall’ austerity ,ha voglia di pulizia ,di onestà, ha voglia di qualcuno che la difenda. Per questo piace così tanto. Lui è sempre lo stesso, un uomo gentile, interessato alle persone e ai loro problemi. E il fatto che sia arrivato qui da solo, in bicicletta, come uno di no, lo dimostra. Non mette in discussione il Labour in cui  è sempre stato:” è il partito della mia vita; ma se potrò portare il mio partito ad occuparsi in maniera più centrale ad occuparsi degli interessi di questa fascia debole della popolazione, beh questo sarà un gran successo. Ho il dovere di difendere questa politica. Sarò io a vincere la corsa e diventare il segretario del partito? Ne riparliamo il 12 settembre prossimo. Il successo della mia candidatura è parte di un movimento che è in marcia in Europa e persino negli Stati Uniti: guardi al senatore del Vermont Bernie Sanders,  guardate a Syriza in Grecia, Podemos in Spagna. Sul piano sociale non sono contro gli affari ma non è il caso di favorire chi è già ricco ma bisogna rendere più sostenibile la vita dei cittadini. Bisognerà regolare le leggi che permettono alle grandi compagnie di spostare le sedi legali all’estero e di manovrare per ridurre le tasse che versano alla comunità. Il salario minimo dovrebbe salire  a 10 sterline l’ora, dovremmo avere una banca nazionale per gli investimenti nelle infrastrutture”.

Quindi aggiunge che non vuole tanto procedere a una sfilza di nazionalizzazioni “ma il Paese ha bisogno di servizi che i cittadini possano permettersi, più efficienti e vicini ai loro bisogni.” In politica estera critica la Nato e la politica di Putin sull’Ucraina e parla con entusiasmo dei giovani “che chiedono al Labour di tornare a difendere i più deboli, di smetterla di inseguire un modello capitalistico di politica che appartiene ad altri partiti.  Insomma, dopo troppi anni forse, una ventata di aria nuova e di entusiasmo  per un leader non assomiglia né a Blair né a Miliband ma che mostra di avere le idee chiare. E questo è già qualcosa di molto positivo.


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