C’è pasta per te

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Con l’avvento del nuovo ingrediente Renzi, c’è da fare un rimpasto. Questa soluzione linguistica fu inventata dalla nostra Repubblica al posto della “rotazione” coniata e regolarmente praticata dall’era fascista (oggi in qualche modo tornata in voga all’interno del movimento pentastellato). Ove si trattasse d’arte culinaria i cuochi, prima di tutto, c’informerebbero su che s’intende sfornare. Ma siccome trattasi d’arte di governo, l’usare un vecchio termine gergale che da mo’ già sa di stantio e rancido non aiuta a comprendere che s’intende sfornare.

Quando si trattò di allontanare il ministro Josefa Idem, sospetta d’escamotage da alleggerimenti IMU, per dare “il buon esempio” sentendosi messo alla prova del fuoco, il neo governo attivò quel detto/fatto che da sempre è consolidato negli altri Paesi “G” per i quali è assolutamente normale così agire. Da noi invece fu norma una tantum perché poi si proseguì a commutare in “gaffe&fraintendimenti” tutto ciò che palesemente invece cozzava e cozza, stride, stona brutalmente contro la “questione morale” altrimenti detta etica/estetica.
Per chi ha le mani in pasta (e pastoie) evidentemente è più redditizia la prova del cuoco.


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