(Parigi). “Presto non ci sarà più nessuno a raccontare Gaza”. Con queste parole oltre 40 organizzazioni giornalistiche francesi, tra cui la redazione digitale di France Info, hanno aderito a un appello che denuncia il rischio di un vero e proprio “giornalisticidio” nella Striscia. Secondo il sindacato dei giornalisti palestinesi, almeno 246 reporter sono stati uccisi dall’inizio della guerra nei bombardamenti israeliani. Il testo, che fa eco a una campagna lanciata da Reporters sans frontières (RSF), chiede al governo francese di riprendere immediatamente le evacuazioni dei giornalisti palestinesi e di fare pressione su Israele per garantire un accesso indipendente all’enclave. «Il nostro dovere di informare viene calpestato», afferma la lettera aperta, che parla senza mezzi termini di “crimini contro i giornalisti”.
La mobilitazione ha ormai una portata globale: secondo l’ONG Avaaz, più di 250 organi di informazione di circa 50 Paesi hanno sottoscritto l’appello per la libertà di stampa a Gaza. Anche la stampa francese prende posizione. In un editoriale pubblicato oggi, Le Monde accusa Israele di aver imposto un blackout mediatico quasi totale, arrivando a descrivere la situazione come la “guerra più sanguinosa contro i giornalisti nella storia dei conflitti”. Il quotidiano denuncia che alcuni reporter sarebbero stati “deliberatamente presi di mira in quanto giornalisti” e critica il “vergognoso silenzio” di Stati Uniti ed Unione Europea, accusati di tradire i loro principi dichiarati sulla libertà di stampa e i diritti umani. Le Monde invita infine le democrazie occidentali a sostenere con forza le richieste di RSF: garantire l’accesso della stampa internazionale a Gaza e misure concrete per la protezione dei giornalisti, “prima che sia troppo tardi”.
