Antichi orizzonti per la scienza

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Presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, in diretta web TV del Senato,  si è celebrata venerdi 13 novembre,  la “Giornata Mondiale della Filosofia 2020”, con un convegno tematico sul libro ‘Una scienza senz’anima ‘ dell’ illustre biologo genetista Giuseppe Sermonti, che, negli anni ’50, insieme a Giudo Pontecorvo, scoprì il ciclo di riproduzione parasessuale  di quella che in gergo comune chiamiamo Penicillina.

Nel momento dell’ istituzione della Giornata, l’ UNESCO fisso’ tre obiettivi primari da raggiungere su scala mondiale: rinnovare ogni anno l’impegno a diffondere la Filosofia , diffondere la pratica dell’analisi filosofica nello studiare le principali problematiche contemporanee per affrontarle al meglio, e , da ultimo, monitorare lo stato dell’insegnamento della Filosofia a livello internazionale, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
Il promotore dell’ iniziativa Paolo Onorati, ha pensato di contribuire in qualche misura a tali intenti , per ora presenti nell’ ampia società contemporanea più che altro sulla carta, sensibilizzando il figlio più grande del professor Sermonti, Andrea Sermonti, nel portare avanti insieme un Progetto indirizzato a tentare di mettere a fuoco  sia il significato e gli ambiti di interesse della Scienza che la risposta a quegli antichi interrogativi che da sempre vanno accompagnando l’ avventura umana : Da dove veniamo? Cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando?
Giuseppe Sermonti , come brillantemente dipinge Massimo Piattelli Palmarini, “ha credenziali scientifiche non comuni ed è uomo di rara erudizione, non solo scientifica, ma anche umanistica“, e con ciò, sembra evocarci la figura di un antico sapiente che nel bel mezzo del decadente odierno caos generale, rema controcorrente entro ” argini ben delineati” e irradiando anche un po di luce durante la via di risalita.
Diversi sono gli studiosi che hanno aderito volentieri a questo nuovo appello a difesa dell’ eterna fanciulla “Sofia”, e ognuno di loro, in un modo o in un altro, ha avvertito il bisogno urgente di allargare gli orizzonti della comunità scientifica predominante,  ancora una volta ai vecchi saperi, che in fin dei conti permisero il graduale sviluppo di TUTTE le attuali conoscenze.
E allo stesso tempo ammonendo e suonando l’allarme, a tutta la gente, per risvegliarsi dal quel vezzo noncurante e ipnotico di adagiarsi passivamente,  ogni volta, sui presuntuosi autoritarismi di turno di taluni, i quali, volenti o nolenti, direttamente o indirettamente, giungono a dettare arbitrariamente l’agenda della nostra vita, e non è detto che sia sempre per i nostri migliori interessi.
Le danze vengono aperte con la nostra Carla Romanelli, che accompagnerà l’ intero convegno abbellendolo con alcuni reading da lei stessa scelti nel libro , divenuto poi anche per lei quel magistrale racconto della vita che Giuseppe Sermonti ha donato.
A seguire si è entratati così nel vivo con la padrona di casa Paola Binetti, senatrice della Commissione igiene e sanità, che abilmente cattura nel profondo il significato del divino attribuito dal Sermonti :
In tutto il rapporto che c’è nella ricerca della ratio c’e’ l’ impronta di Dio nelle cose che rende intellegibile e riconoscibile la realtà, in ambito filosofico, per esempio,  com’è possibile che noi ad un certo punto con tutte le nostre soggettività riusciamo però a convergere sulla stessa cosa come accade con gli universali ? 
Le nostre intelligenze riescono solo a toccare, sfiorare quel punto, però toccano qualcosa che ha il sapore della verità,  quello che noi dicevamo (quando studiavano) essere la ragione delle cose impressa in un disegno, che era un disegno creatore. 
Le cose, la natura ha un senso, la natura ha un suo ratio che si fa presente all’ intelligenza dell’ Uomo che conosce, e c’e’ anche l’ intelligenza delle cose che si fanno conoscere“.
La parola poi viene data all’ Archeologo Emmanuel Anati, che, in collegamento dal deserto in Israele dove sta portando avanti nuove ricerche, lascia tutti a bocca aperta con alcune inedite rivelazioni:
” Il confronto fra scienza e religione è certamente attuale ma è attuale da circa centomila anni. 
Grazie a recenti scoperte mostro che le origini della religione risalgono molto più indietro nel tempo di quello che finora si era ritenuto. 
In vari libri di testo l’origine della religione inizia con il crescere dell’ unità abitativa , con le prime società agricole sedentarie, mentre ritrovando gli arredi funebri di tombe paleolitiche si è scoperto che comprendono oggetti di uso quotidiano ed anche resti di cibo che accompagnavano il defunto nel suo viaggio, anche gli uomini centomila anni fa concepivano un al di là. 
Sappiamo che già molti millenni prima dell’ agricoltura esistevano riti e credenze sulla sopravvivenza dell’ anima dopo la morte. 
Dall’ arte paleolitica sappiamo che la società che ha creato tali opere rappresentava con esse esseri mitici, ed aveva dei miti che rappresentava sull’ ordine cosmico e sulle forze della natura, sappiamo che credenze e riti erano tramandati per generazioni, si praticavano per migliaia di anni, per cui c’ erano pratiche di iniziazione e catechismo migliaia di anni fa. 
Questi ed altri elementi, come penso di avervi mostrato, permettono di asserire che la religione è presente non solo negli ultimi diecimila anni ma da oltre centomila anni. 
La religione si rivela essere un fenomeno dello spirito umano da quando l’ Uomo è Uomo. 
Questa analisi di nuovi dati modifica la storia delle religioni ed è naturale che susciti dibattito. 
Scienza e religione sono ambedue alla ricerca della realtà, ma cosa è la realtà se non quella che appare ai nostri sensi ? 
L’asserzione che alle origini scienza e religione fossero un tutt’uno e che costituissero gli albori della filosofia, di una filosofia risalente a millenni prima di quanto ritenuto dagli stessi filosofi, può avere scandalizzato. 
Ma oggi sappiamo che l’ esigenza di sapere, di porsi quesiti sull’ esistenza e sul mondo nel quale viviamo, la primaria ricerca di spiegare la vita e la morte, la presenza di miti d’origine, sono ricerche del sapere e del comprendere presenti nell’ Uomo da sempre e sono alle origini della filosofia.
Ci si avvicina sempre più al cuore della tematica con Roberto Cipriani, già Past President del Consiglio europeo delle Associazioni nazionali di sociologia:
Per restare in ambito filosofico, quell’ idea del grande filosofo e per me anche sociologo , Charles Peirce , morto in povertà, ma che ha trovato una soluzione straordinaria, fondamentale per la ricerca contemporanea, la abduzione, cioè il tentativo, come anche dice Giuseppe Sermonti nel suo libro, di andare a cercare ciò che non è correlato per vedere se ci sono correlazioni. 
Ci sono orizzonti sterminati che non negano la religione o quantomeno non sono in grado di farlo, allora, dunque, la scienza è un aspetto della conoscenza, non è tutta la conoscenza , e dunque il tentativo è collegare i vari aspetti dell’ esperienza per formulare , parole di Giuseppe Sermonti: ‘una filosofia di vita’. 
Filosofia di vita che può essere anche religiosa.  
E quindi è come dire che il cerchio si chiude : Scienza, filosofia, religione e io aggiungo anche la sociologia. 
E quando parliamo di bioetica, dobbiamo si tener conto della scienza ma anche della riflessione etica sul tema, sul problema, sulla questione da affrontare“.
A questo punto la discussione diviene sempre più incisiva sino a mettere sotto la lente d’ingrandimento alcuni orientamenti discutibili dell’ attività scientifica contemporanea, ritenuti allo stesso tempo di portata tale da essere considerati cruciali e di massima priorità, perfino per la stessa sopravvivenza futura della razza.
La Fisica modenese Antonietta Gatti, specializzata in bioingegneria medica, comincia per prima a mettere il dito sulla piaga delle derive di carattere etico che saltano agli occhi nel mondo scientifico del terzo millennio :
L’ Uomo da sempre si è messo alla prova, rischiando per aumentare le sue conoscenze, per migliorare il suo stile di vita, a volte si è messo in gioco per capire e sfruttare, imitandolo, il mondo che lo circondava, l’ Uomo ha scoperto come accendere il fuoco, ma soprattutto come gestirlo e trarre profitto da tutto ciò. 
Questo merito della Conoscenza è stato magistralmente interpretato da Dante Alighieri nel canto ventiseiesimo dell’ Inferno : ‘considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.’
Per esempio la scoperta del fuoco ha portato il passaggio dall’ Età del bronzo all’ Età del ferro, ha portato a gestire e inventare nuovi materiali, e addirittura il cibo è cambiato grazie a ciò, e la storia è costellata di tutte queste scoperte. 
Veniamo ora a Nobel che inventò la dinamite, ora noi sappiamo che la dinamite ha aiutato e aiuta, ma deve essere gestita con coscienza. 
Nobel capii tutto questo perché perse un fratello in una di queste esplosioni non gestite opportunamente. 
E questo portò dentro di lui un senso di coscienza di come gestire l’ informazione e la scoperte affinché la Conoscenza fosse in favore del benessere dell’ Uomo e della sua crescita culturale e non il contrario. 
Ultimamente tutto ciò, come scienziato, non lo sto più vedendo, questa coscienza, l’etica, in alcuni campi è divenuta obsoleta. 
Per esempio la dottoressa Marcia Angell, che fu anche Editor di una delle riviste mediche più prestigiose come il New England Journal of Medicine, ad un certo punto scrisse un libro raccontando la verità sulle aziende dei farmaci: nella metà degli articoli delle riviste scientifiche i risultati sono falsi, sono dei rimaneggiamenti, delle manipolazioni di tutto ciò. 
Quello che stiamo vedendo noi scienziati in certi campi, è che c’è una scienza diversa, non una scienza nuova ma una scienza senza etica, senza morale.
Vediamo allora che l’ oggettività dei risultati e la loro ripetibilità è messa in discussione. 
Se noi facessimo gli stessi esperimenti, utilizzando gli stessi crismi in altri istituti i risultati sarebbero completamente diversi. 
Quindi voi capite che esiste una scienza asservita a degli interessi. 
Quello che noi stiamo assistendo adesso è un dominio di una scienza senza coscienza che porterà dei benefici, si immediati, ma non all’ Uomo in quanto tale. 
Sono molto dura, è vero, ma è quello che noi scienziati stiamo vedendo ogni giorno, io sono cresciuta all’ interno della Comunità Europea e delle sue regole trasparenti, ma in questo momento devo dire che sto assistendo a una scienza che non le rispecchia e spero, spero, spero in un rinascimento scientifico“.
Tuona anche la scrittrice e giornalista d’ inchiesta torinese Enrica Perucchietti:
Vorrei partire proprio da un passaggio di una delle opere più famose di Mircea Eliade, ‘Il mito dell’ Alchimia’. 
Dove spiegava che in origine l’obiettivo dell’ Alchimia tradizionale fosse quello di riscattare l’ Uomo e la Natura attraverso un’ opera di trasmutazione. 
Ed è successo che attraverso la secolarizzazione, la modernità ha abbandonato questo mito, anche ottimista, della rigenerazione spirituale , facendo diventare l’ Uomo un mero dominatore della Natura e progressivamente, nei decenni, l’ Uomo si è sempre più sostituito anche a Dio, alla divinità … 
Una forma di titanismo che oggi è molto sentita sia nella tecnica, nella tecnologia, nel post-umano e nel transumanesimo, tanto più, ancora, nella scienza. 
Come ha mostrato Eliade, gli ideali alchemici sono sopravvissuti in qualche modo nell’ ideologia dello scorso secolo e ovviamente anche nell’ attuale, però hanno subito un processo di totale svuotamento e secolarizzazione, arrivando alla creazione di un mito di un progresso illimitato … 
E la scienza si è fatta anche industria, e a proposito l’anno scorso, la Camera bassa indiana ha messo fuori legge 3000 cliniche private , che erano delle vere e proprie fabbriche fordiane, dove non si producevano oggetti ma bambini … cliniche, industrie per la maternità surrogata, ovvero per la gestazione per altri … in cui delle donne disperate arrivavano ad affittare il proprio utero, ventre, per sfornare “figli” … 
Addirittura vivevano dentro queste cliniche portantando avanti una maternità seriale dopo l’altra e la cosa positiva oggi, oltre alla decisione della Camera bassa indiana,  è che qui in Italia ha preso il via in Commissione giustizia, la proposta di legge di rendere finalmente l’utero in affitto un reato universale , ossia punibile in Italia persino se viene commesso all’estero. 
È stata proposta da Fratelli d’Italia, ma indipendemente dal colore politico, secondo me questa è un’ iniziativa positiva che dovrebbe essere abbracciata da sempre più persone, movimenti e schieramenti politici … in quanto la maternità surrogata è una vera barbarie … e anche una forma di mercificazione di neonati … e una forma di eugenetica da supermercato … 2.0. 
E dietro questo business, che tra l’altro frutta miliardi di dollari all’anno in tutto il mondo, vi sono tutta una serie di storie drammatiche, davvero tragiche che dovrebbero spingere l’opinione pubblica a riflettere sull’ attuale deriva della politica, ma anche della scienza, una scienza che in qualche modo è sempre meno supportata dall’ etica e dalla bioetica, ma che anzi sembra avvalersi di quel mito del progresso illimitato per cui tutto quello che è possibile realizzare oggi o che lo sarà in futuro (pensiamo anche per esempio agli investimenti e alle ricerche nel campo degli uteri artificiali , quindi dell’ ectogenesi), sembra che debba per forza essere realizzato senza invece andare a riflettere sulle possibili conseguenze che si possono avere all’interno della collettività, quindi rischiosissimo, e non solo una scienza senza anima, ma anche una scienza senza etica“.
Si arriva così al centro del problema sollevato mezzo secolo fa da Giuseppe Sermonti, polverone che gli costò, dal giorno alla notte, l’emarginazione perenne da parte della comunità scientifica prevalente, e forse solamente un professore del calibro e competenze come Massimo Piattelli Palmarini poteva fare una radiografia concisa, pur tuttavia piuttosto chiara, delle incongruenze e delle fallacie a suo tempo denunciate e della loro serietà e gravità generale:
Vediamo che tutto ciò nelle scoperte degli ultimi trent’anni , ci dice che la teoria darwiniana è largamente, diciamo superata, in alcuni casi falsificata.
Inizio con una storiella, il bambino chiede al padre : Papà come mai tutti gli oggetti quando li abbandoni cadono in terra ? La risposta del padre è: Perché tutti gli oggetti che tendevano ad andare in alto sono stati persi dalla selezione naturale qualche milione di anni fa.
Perché questa storiella è curiosa ?
Perché quando c’è la Fisica, la Chimica che spiegano le morfologie, non si ricorre alla selezione naturale …. 
Tanti casi con morfologie biologiche complesse sono spiegati dalla fisica e dalla chimica, quindi non si ricorre alla selezione naturale. 
Un altro grosso problema è il numero di specie : come mai dei cladi diversi hanno un numero così diverso di specie ? 
Come mai abbiamo i coleotteri che hanno circa 800.000 specie  e invece le gazzelle solo 12 specie? 
Chiaramente ciò ha a che fare con la riorganizzazione interna, non è la selezione naturale che determina questo.
Poi c’è il problema dei cromosomi, il numero diverso di cromosomi: le specie hanno un numero fisso di cromosomi, che non si può alterare, che sono anche diversi gli uno dagli altri. 
Ci sono casi, per esempio, di due capre, il Muntjak, che in vallate diverse una ha 9 cromosomi e l’altra 21 cromosomi e sono indistinguibili l’una nei confronti dell’altra, mentre poi si hanno la balena ed il delfino che hanno lo stesso numero di cromosomi e lo squalo ha lo stesso numero di cromosomi della balena e del delfino, che sono mammiferi, quindi vediamo che ci sono tutta una serie di problemi di organizzazione interna, questi sono problemi di riassortimento di geni, riassortimento di cromosomi, organizzazioni interne che non hanno niente a che fare con la selezione naturale.
C’è poi un caso di una medusa che vive nelle acque intorno Portorico , che ha tutta una serie di occhi perfettamente formati , come gli occhi dei mammiferi, non ha un cervello, non ha nessun nervo ottico, non servono a niente , però ci sono e non è un mistero come ci sono, perché la genetica di questa serie di occhi è stata semplicemente costruita, una duplicazione genica , seguita da un’ altra duplicazione genica …. 
Qui si critica Darwin di meccanismi evolutivi fondamentali, che non hanno nulla a che fare con l’ evoluzione naturale. 
In conclusione, c’è un passaggio di Darwin, in cui dice che se si potesse scoprire un tratto biologico, un organo, che non si sia potuto formare per una serie di piccole successive modifiche, la mia (di Darwin) teoria collasserebbe completamente. 
E io credo che sia collassata completamente poiché ci sono vari organi che sono stati scoperti che non possono essere il risultato di tante piccole successive modificazioni . 
Quindi ci stiamo piano piano avviando, io penso,  a una scienza  biologica post darwiniana, come il prof Giuseppe Sermonti aveva giustamente visto” .
A rincarare la dose, per cercare di rendere ancora giustizia a queste scoperte e dimostrazioni fondamentali che, chissà, se debitamente assecondate potrebbero forse provocare un brusco cambiamento in meglio delle condizioni umane generali, è stato l’intervento del professore di Scienze naturali Enzo Pennetta :
Ho pensato che oggi 13 novembre 2020, avrebbe potuto essere l’occasione in cui potevamo parlare del 150° anniversario della confutazione della teoria dell’ evoluzione per selezione naturale, da parte del suo co-autore Alfred Russel Wallace !
Che proprio dieci anni dopo la pubblicazione dell’ ‘Origine della specie’ di Charles Darwin, diceva appunto nei suoi scritti di aver trovato un fatto che rendeva falsa la Teoria …. 
Avendo riscontrato un carattere che non avrebbe potuto evolversi per selezione naturale, come la teoria prevede. 
Questo CARATTERE era nelle capacità matematiche superiori. 
Diceva Wallace: come è possibile che l’uomo preistorico possa essersi avvantaggiato di una POTENZIALITÀ come quella appunto della matematica più elevata, in un ambiente nel quale non veniva usata ? 
Lui guardava anche i suoi contemporanei: se la maggior parte delle persone non avendo studiato sanno contare fino a 10, 100, come poteva l’uomo preistorico, quindi, avvantaggiarsi della matematica? …
Come sappiamo poi le cose non sono andate così, in quanto la Teoria è stata sempre difesa dai suoi mastini , termine non gratuito in quanto il suo più grande sostenitore, più di Charles Darwin, Thomas Huxley, era conosciuto appunto come Darwin Bulldog …
Ma la teoria dell’evoluzione per selezione naturale non era solamente una teoria scientifica, questo e’ il motivo per cui tanta vitalità e resistenza … Riprendo qualcosa che diceva Karl Marx tre anni dopo la pubblicazione di ‘Origine delle specie’, in una lettera scritta a F. Engels : 
‘ E’ interessante notare come Darwin riconosca presso gli animali e le piante la propria società inglese, con le sue suddivisioni del lavoro, la sua concorrenza, le sue aperture di nuovi mercati, le sue invenzioni e la sua malthusiana lotta per la vita, è il bellum omnium contra omnes di Hobbes (la guerra di tutti contro tutti) ‘.
Quindi la teoria dell’ evoluzione, come del resto ammettevano sia Wallace che Darwin, derivava appunto dalla Teoria di Malthus: 
era una visione sociale proiettata nella natura, in questo modo la società inglese, con i suoi meccanismi, diveniva di fatto paragonata a qualcosa di naturale , quindi come qualcosa di assolutamente lecito e non modificabile in definitiva …
Vorrei citare adesso una frase di Sermonti: 
‘la teoria dell’ evoluzione non è una teoria biologica, essa è l’ UNICA teoria biologica’.
E questo è illuminante, ovvero ad un certo punto essa diviene l’ UNICA teoria possibile…
Sono, quindi, due aspetti di una stessa cosa, due teorie, due sistemi, due visioni : 
simul stabunt vel simul cadent (ovvero, se andranno avanti, andranno avanti insieme o se cadranno, cadranno insieme).
Insieme a questa teoria va avanti anche una visione antropologica, molto chiara e particolare, specialmente con l’avvento della sintesi moderna (vedesi neodarwinismo, la teoria di Darwin più altre successive ), nella quale il ruolo del caso diventa predominante …
E che appunto ci porta il ruolo delle mutazioni casuali come origine dell’ evoluzione, e qui abbiamo un libro che è veramente emblema di un’ epoca, nel 1970 Jack Monod pubblica ‘ Il caso e le necessità ‘ , che è proprio il legame stretto fra teoria dell’ evoluzione e società (è più antropologia che economia) Ma quindi veramente non c’erano alternative? ….
Quindi siamo di fronte ad una visione, appunto, di un certo tipo della natura e della scienza, … che nega … il linguaggio simbolico, il simbolo, … eppure questo simbolo rigettato è alla base anche della matematica, che a sua volta è anche il fondamento delle scienze sperimentali …
Per finire, aver ignorato la dimensione simbolica ha di fatto portato ad ignorare la rilevanza del tutto specifica del linguaggio, della lettura, etimologicamente di intus-legere, cioè dell’ intelligenza del reale.
Rinunciare ad una visione simbolica porta ad una visione dei COME contrapposta ad una visione dei PERCHÉ … 
Cosa che troviamo fra l’altro proiettata nell’ istruzione, cioè quello che viene proposto come educazione e formazione.
Il superamento della visione darwiniana rappresenterebbe un salto di paradigma, una rivoluzione scientifica … e sarebbe possibile solamente dando al linguaggio e alla parola un ruolo.
Quel ruolo che ha e che è assolutamente unico: non è presente in nessun altro essere vivente. 
Io proponevo in alcuni scritti che il linguaggio è quella caratteristica così unica nel mondo dei viventi da meritare una classificazione tassonomica a parte, cioè gli esseri dotati di linguaggio simbolico dovrebbero avere un dominio a se stante (in biologia si usa distinguere i viventi in tre domini, l’Uomo si è voluto inserirlo nel terzo dominio, e più precisamente in un gruppo che comprende meduse, coralli, vermi, insetti, pesci e mammiferi), che io chiamo Quarto Dominio, il dominio della parola.
Bene, cambiando questo postulato di base … cambierebbe tutta una visione antropologica e anche tutta una visione economica del mondo.
Questo è il punto in cui siamo arrivati oggi … a 150 anni dalla mancata rivoluzione scientifica che avrebbe potuto seguire dopo le affermazioni di Alfred Russel Wallace. 
Abbiamo di fronte a noi la possibilità di portare avanti nel prossimo futuro, a causa della crisi di questi due sistemi illustrati, quella rivoluzione scientifica che sono 150 anni che attende di essere compiuta“.
Il convegno ha visto anche contributi prettamente tecnici di ordine cognitivo , come quello di Vanessa Biard Schaeffer docente di General Semantics:
“Fra i frammentari scritti presocratici si può trovare  Parmenide: 
essere significa che è o altrimenti se non c’è un essere,  allora significa che non è. 
Per Parmenide ‘essere’ è un tutto indivisibile. 
Per Eraclito, al contrario, il cambiamento è l’unica permanenza che c’è … 
Per Aristotele vi è una sostanza permanente e degli attributi che mutano. 
Gli studiosi del medio evo si sono orientati verso Aristotele, tagliandosi i capelli in quattro e le unghie in otto per identificare i successivi strati della logica, della grammatica , della retorica, etc. nel tentativo di giungere alla verità con la V maiuscola, che sta sopra le vicende umane.
Grazie ad uno o due geni, lo studio del linguaggio ha dato vita allo studio della logica e lo studio della logica, in sé, ha dato vita alla matematica, e la matematica fini’ di liberarsi quasi completamente dalla logica aristotelica.
Ciò nonostante, le nostre lingue come l’italiano, il francese, l’inglese etc. , sono rimaste impregnate della logica aristotelica . 
Le nostre abitudini linguistiche e di conseguenza le nostre rappresentazioni della realtà, sono aristoteliche, ovvero come dire binarie : Vere o False, Essere o non Essere, etc.
Questa logica aristotelica è quella dei terzi esclusi,  una cosa è o non è. 
Una cosa non può essere allo stesso tempo A o Non A in un sistema aristotelico.
I linguaggi matematici e i loro equivalenti in Fisica hanno permesso di far nascere altre logiche superiori e più adatte alla descrizione della realtà. Abbiamo quindi tutto l’interesse a prendere coscienza dei limiti della logica che utilizziamo quando ci esprimiamo. 
Pertanto la logica aristotelica, relazionata al totale della matematica moderna, è una logica ristretta, un caso particolare in un insieme più ampio. 
Per esempio la logica di Aristotele è come una geometria a due dimensioni in un mondo a tre dimensioni . 
La geometria a 3 dimensioni tratta la geometria a 2 dimensioni come un caso specifico … ma fare l’ inverso non è  possibile …
È molto difficile liberarsi della logica aristotelica se non si mette fine ad alcune abitudini linguistiche …
Se la mappa che rappresenta il territorio è sbagliata, è molto probabile che ci si perda. 
La General Semantics permette di capire che se le mie supposizioni o premesse sono false, il ragionamento che ne segue è falso.
L’ importante qui è ricordare che le propria conoscenza è formata di supposizioni, e che se si ha il coraggio di analizzarle , di non saltare a conclusioni come una scimmia su una banana, si può essere e comportare come Uomo …
Oggi come Jean Baudrillard … descrisse … , il simulacro (il virtuale) ha preso sempre più spazio sulla realtà.
Korzybski puntava alla salute mentale : cioè che le nostre mappe si adattino al territorio reale, non il contrario.
Lo strutturalismo (movimento di pensiero che rifiuta il concetto di libertà e facoltà di scelta dell’ Uomo, e dichiara che sia l’esperienza che il comportamento umano sono, invece, determinati da varie e specifiche strutture) ha, al contrario, invertito questo senso di intendere le cose, affermando che tramite il cambiamento delle nostre rappresentazioni della realtà, si potrebbe creare un nuovo territorio. 
E spingendo questa logica invertita sino alla sua logica ultima, si arriva alla situazione attuale: il discorso virtuale è più importante dei fatti osservati.
Molte delle nostre élite finanziarie e politiche, stanche di governare le persone, sono divenute come quegli adolescenti bloccati nei loro giochi on line con il computer, che rifiutano il mondo esterno : hanno preferito rifugiarsi nel fittizio. 
Ma invece di trovarsi loro stessi rinchiusi nelle proprie stanze, vogliono che tutti gli altri siano imprigionati per sempre. 
Odiano la vita organica, perché non sono in grado di controllarla. 
Tutto ciò è molto immaturo, il loro mondo è un mondo piccolo … 
Il virtuale (la mappa) non comanda la Vita”.
In ottima sintonia con la General Semantics troviamo anche Claudio Olivieri, supervisore didattico della Applied Scholastics , ponendo sul banco d’ esame, anche lui, la Comunicazione, vista come una vera e propria obbligazione solenne.
E, come la volpe avverte nel racconto ‘Il Piccolo Principe’ che ‘le parole sono la fonte di malintesi’ , egli ha illustrato come possiamo venire catturati e intrappolati nelle nostre proprie ragnatele di simboli:
Ci terrei ad esprimere il mio sincero ringraziamento … per aver pensato di celebrare la Filosofia … 
Antica quanto l’ Occidente, quello stesso Occidente però che oggi sembra aver smarrito i suoi antenati e le sue radici, le cui sostanze nutritive, a carattere intellettuale, gli provenirono … dal terreno della Grecia dell’ Età dell’ oro. 
E che successivamente, molto per opera di Cicerone e degli umanisti, ebbero modo di diffondersi per tutto il nostro emisfero, caratterizzandone così, sia i modi di pensiero e sia i culti religiosi, come anche le scienze, le tecnologie, le espressioni culturali, artistiche e via discorrendo. Fino, addirittura, ad arrivare a porre le basi di quelli che, orgogliosamente, furono chiamati moderni Stati di diritto democratici :
appunto come quando si vide Thomas Jefferson menzionare Aristotele e Cicerone come ‘fonti’ della Dichiarazione d’ Indipendenza degli Stati Uniti d’ America. 
Il carattere distintivo della Filosofia occidentale è nato nelle strade di Atene con Socrate, ma essa è poi stata riservata alle aule del sapere, destinata a pochi privilegiati e sempre inaccessibile alla persona comune. 
Invece la Filosofia dovrebbe essere al servizio di TUTTI e praticabile da TUTTI, come tentò eroicamente di fare il grande storico Will Durant con la pubblicazione rivoluzionaria del suo libro Story of Philosophy nel 1926, destinato alla persona comune …
Comunque con Socrate  … il sapere, quindi, scendeva giù dal piedistallo dell’ autorità e veniva letteralmente interrogato a più riprese : 
venendo così a volte confutato, altre volte confermato e altre volte ancora persino modificato.
Infatti una filosofia può essere solo una strada verso la conoscenza , poiché un qualsiasi sapere non può esserci imposto con la forza, naturalmente. 
Così, se una persona ha una strada può poi scoprire quel che per lei corrisponde a verità …
Questo concetto del giungere da sé stessi nel dire se una cosa corrisponda poi a verità o meno, oltre ad avere in origine in Occidente con Socrate, curiosamente germoglio’ anche in Oriente con Gautama Siddhartha e sempre intorno al 500 a.c.
Il Buddha infatti si ritrovò presto ad insegnare che : 
‘esistono solo due errori che si possono fare nel cammino verso il vero, uno è non iniziare e l’altro è non andare fino in fondo’ …
Ora mi sentirei di far notare che questa probabilmente doveva essere necessariamente della Conoscenza piuttosto valida, dato che fu esportata e civilizzo’ ampie regione asiatiche … incluso il Giappone …
Quindi, vediamo come questo concetto di Filosofia come una strada verso la conoscenza, sia stato così fondante sia nell’ est che nell’ovest.
E, ripetendomi ancora una volta, si può indicare, con la filosofia o le scienze, in che direzione guardare e poi richiedere di osservare ciò su cui si sta venendo orientati : ma alla fine le conclusioni spettano ad ognuno di noi …
Qui nell’opera oggi in esame del professor Giuseppe Sermonti , si può notare chiaramente lo spirito genuino dell’ autentico ricercatore: 
poiché egli ha avuto il merito e il coraggio di guardare con i suoi occhi e dire cosa osservava. …
La meta ultima filosofica degli antichi greci era la comprensione dello spirito dell’ Uomo e la sua relazione con l’ universo. 
Tutto il loro pensiero logico e la loro matematica permise tutti quegli sviluppi scientifici fino ad arrivare alle automobili, agli aeroplani, alla bomba atomica e ai satelliti. 
Tuttavia la loro aspirazione era raggiungere la pace interiore e la serenità di sé stessi nei rapporti con il prossimo, la natura e il creato. …
L’ osservazione della Conoscenza è pian piano divenuta esclusivamente circoscritta all’ universo materiale , e non consentì, perciò, all’ elan vital proposta da Henry Bergson , di essere sottoposta a seria investigazione scientifica : … pochi anni prima, sempre sul finire del XIX secolo, e sempre in Francia, il grande clinico neurologo Jean Martin Charcot, dopo decenni di indagini ed esperimenti dal vivo sull’ origine dell’ isteria, parlerà … sempre più spesso di paralisi psichica, e insisterà fino ai suoi ultimi giorni sul ruolo dei fattori psicologici e su una sorta di “immaginazioni fantasiose della mente”, come responsabili dello scatto delle manifestazioni dell’ isteria. 
Charcot giunse ad affermare che il problema riguardava persone del tutto comuni che avevano subito un trauma violento, il quale successivamente avrebbe portato ad una autosuggestione da parte del paziente. 
Durante le sue numerose dimostrazioni cliniche pubbliche, produceva, sotto ipnosi, alcuni sintomi artificiali nei pazienti (quella che in gergo viene chiamata nevrosi sperimentale oppure nevrosi indotta), modificando a piacimento la topografia dei sintomi somatici oppure attivando artificialmente le fasi classiche dell’ isteria  …
Non a caso Freud dirà di lui : ‘il primo a spiegare l’ isteria’ ; e aggiunse, in merito ai sintomi psicosomatici artificiali e alle paralisi psichiche indotte: 
‘un capolavoro incomparabile della ricerca clinica’. 
Ora si potrebbe porre questa domanda: 
com’è che queste inestimabili conoscenze del passato potrebbero andar perse e dimenticate nel nulla? … 
A questo riguardo vi parlerò della mia … attività in Applied Scholastics (metodi educativi pratici), che è il risultato di estese ricerche portate avanti per decenni dal filosofo ed autore americano L. Ron hubbard nel campo dell’ istruzione.
Il grande educatore americano durante una conferenza del 1971 spiegò: 
‘Perché la conoscenza va perduta ? Scoprirete che va perduta a causa della parola mal compresa. E questo è di per sé un magnifico elemento di conoscenza, perché nessuno lo ha mai saputo prima d’ora, … in che modo (le cose) vengono alterate? Vengono alterate a causa di una parola mal compresa’.
Per concludere questo mio intervento, vediamo, quindi, quanto sarebbe essenziale conoscere le corrette definizioni dei termini che si usano e, allo stesso modo, come sia altrettanto importante arrivare ad attribuire delle corrette definizioni alle cose, sbarrando così la strada alla possibile introduzione di dati falsi: che sarebbero seriamente aberranti, e contrari alle leggi che sono presenti in natura (o del creato o divine , che dir si voglia) “.
E, come per ordine naturale delle cose, conclude il pomeriggio dei lavori il costituzionalista Emanuele Rossi, che copre, sotto il profilo dello IUS, l’ intero dibattito scientifico sollevato da Giuseppe Sermonti ed esaminato dai vari relatori, ognuno nella propria specializzazione :
Vorrei partire … da alcune espressioni che ho letto nel libro di cui oggi parliamo, che sono molto forti direi, … nel primo capitolo si dice: 
‘la scienza è a ben rifletterci un’ espressione retorica, è usata nei discorsi ufficiali o nelle testate dei periodici o come categoria filosofica, ma nessuno direbbe di sé di essere uno scienziato … , la scienza è una categoria puramente accademica, una catalogazione di materie a fini didattici, ma non ha una definibile unità d’ intenti o di metodi o di criteri di giudizio, la scienza è una teoria filosofica e non è un corpo di dottrine’ .
Ecco, espressioni che fanno ripensare anche a quello che diceva Carl Sagan quando affermava che noi viviamo in una società profondamente dipendente dalla scienza e dalla tecnologia e in cui nessuno sa nulla in merito a tali questioni : si tratta di una formula sicura per il disastro.
Partendo da queste considerazioni, devo osservare come il Diritto,  si trovi oggi più che mai, in una posizione tale per cui, in qualche modo, … la scienza viene data per presupposta, viene data come un ‘a priori’ indefinito e preso nella sua assolutezza, insomma, quasi come essa fosse tale e non fosse quello che ci diceva Sermonti, ossia che è una categoria puramente accademica. 
Faccio solo due riferimenti a questo … 
Per quanto emerge ad esempio nella giurisprudenza dei tribunali costituzionali e non solo italiani : 
ciò che è Naturale o Scientifico, o presupposto tale, specie, appunto, se e’ conseguente a conseguenze scientifiche, quindi ad acquisizioni della scienza, è da considerarsi come limite non valicabile,  ad opera del Diritto positivo. 
Così ad esempio, una sentenza della Corte costituzionale italiana del 2009, la n.151, affermava che la giurisprudenza costituzionale ha ripetutamente posto l’accento sui limiti che ha la discrezionalità legislativa e quindi l’opera del legislatore: limiti che pongono le acquisizioni scientifiche sperimentali che sono in continua evoluzione e sulle quali si fonda l’ arte medica.
Dunque, sembra doversi intendere che il legislatore è limitato nella propria discrezionalità, non soltanto dalle fonti superiori, ossia quelle costituzionali, ma anche direttamente o indirettamente , potremmo dire, dalle conoscenze scientifiche , quelle che appunto sono trasmesse dalla comunità degli scienziati. 
E come non ricordare a questo proposito, la vicenda nella quale noi siamo inseriti, … delle misure legate alla diffusione della pandemia … Ricordo soltanto … come la Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 (quella da cui è nato, per così dire, tutto il profluvio di … Decreti Legge, Dpcm, Ordinanze  … ), si formasse proprio su una valutazione della scienza, e lo diceva chiaramente questa pubblicazione, il cui presupposto era costituito dalla Dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, del 30 gennaio 2020, e ancora recitava : viste le raccomandazioni alla Comunità internazionale da parte dell’ OMS e considerata la situazione di crisi internazionale .
Quindi in qualche modo il Diritto dipende, … è subordinato alla scienza. 
Questa scienza che talvolta viene anche considerata appunto in una logica di Natura e in quell’ aspirazione, direi che è dell’ Uomo … : 
ossia di individuare un criterio di giustizia, dei valori di giustizia, che siano in qualche modo universali ed eterni e che per questo si ritengano, in quanto tali, iscritti nella Natura e nell’ essenza stessa dell’ Uomo, e sulla base di essi, quindi, misurare le scelte legislative del Diritto positivo,  per verificare se esse rispondono, o meno, a quegli ideali  …
Credo che queste riflessioni ben s’inseriscano all’ interno di una riflessione più generale che induca a relativizzare una nozione di scienza, che invece spesso il Diritto considera un po’ acriticamente presupposta, e su questo le riflessioni di Sermonti sono particolarmente preziose anche per i giuristi “.
Ci si congeda, così, con Andrea Sermonti, che moderando l’intero incontro ha sorpreso, ai saluti, raccontando le sue esperienze personali con il professor Sermonti, sia come padre che come guida nella vita, a riprova, si potrebbe dire, dello spirito verace che animava il grande personaggio omaggiato.

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