Il Cdr dell’agenzia Dire, su mandato dell’assemblea di redazione, che ha affidato un nuovo pacchetto di cinque giorni di sciopero, ha proclamato uno sciopero per il 9 dicembre.
E’ l’ennesimo atto di protesta, per una situazione che rimane drammatica per le lavoratrici e i lavoratori dell’agenzia e di cui non si vede ad oggi la conclusione. Il Cdr ricorda che l’azienda sta attraversando un periodo di grossa difficoltà economica, dovuta anche alla mala gestione della proprietà precedente. Il costo di questa emergenza non può però essere scaricata sulle lavoratrici e i lavoratori, che insieme alle loro famiglie stanno vivendo una condizione al limite. Le dipendenti e i dipendenti della Dire finora hanno attraversato: due anni di contratti di solidarietà tra il 2021 e il 2023, a cavallo del cambio di proprietà; pesanti tagli al personale attuati tra dicembre 2023 e luglio 2024; la vicenda degli ex sospesi di gennaio 2024 (non ancora del tutto risolta); il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio 2025 (poi recuperati a rate). In più, dal mese di agosto (quindi a valere sullo stipendio di luglio), le lavoratrici e i lavoratori dell’agenzia stanno ricevendo le loro retribuzioni a tranche, percependo ogni mese solamente circa un terzo del dovuto. Una condizione che li sta portando sempre più vicini al punto di non ritorno. L’azienda ha assicurato il saldo di luglio-agosto entro la metà di dicembre e ha anticipato la volontà di presentare un piano di rientro degli ennesimi arretrati maturati finora (una parte di settembre e ottobre, insieme alla mensilità completa di novembre). Al tavolo sindacale del 4 dicembre scorso, però, nessuna certezza è stata fornita sul ritorno alla regolarità stipendiale e, soprattutto, su una serena continuità aziendale nel prossimo futuro, a causa della sospensione della convenzione con Palazzo Chigi e l’assenza del decreto di omologa in merito al piano di rientro con l’Agenzia delle Entrate (atteso dall’azienda dopo l’udienza del 20 ottobre scorso). Per questo il Cdr ha deciso di “proclamare una nuova giornata di sciopero e ribadisce ancora una volta la richiesta all’azienda di saldare subito gli stipendi arretrati e tornare alla regolarità retributiva, con un impegno in prima persona dell’editore più consistente di quanto fatto finora. Il Cdr fa appello inoltre alle autorità preposte, perché si trovi una soluzione rapida rispetto ai nodi aziendali ancora da sciogliere, e al Dipartimento per l’Editoria perchè mantenga alta l’attenzione sulla vicenda Dire e riattivi la convenzione non appena ci saranno le condizioni per farlo”.
