Giornalismo sotto attacco in Italia

“Imagine” all’indice, mentre si militarizza il Paese                       

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Ho scelto “Imagine” di John Lennon come suoneria del mio telefonino perché mi fa sentire parte della fratellanza universale, per la pace, contro le guerre, contro l’odio. Che Giorgia Meloni la metta all’indice delle opere ripudiate dà la misura di come valuti questo immortale capolavoro sostenendo che lei è contro la globalizzazione e a favore dell’ “identità” così rendendo esplicito lo spessore culturale che le appartiene.

Mentre fa questa dichiarazione, in combutta con i suoi alleati fa inserire nella legge di bilancio un emendamento di dieci righe nel quale si legge che il Ministero della Difesa, ‘in concerto’ con quello delle infrastrutture e dei trasporti (Salvini)  individuerà attività, aree, progetti e opere infrastrutturali considerati strategici per la difesa nazionale. In altre parole il governo, senza alcuna preventiva consultazione, potrà realizzare, ampliare, riconvertire, gestire e sviluppare capacità industriali legate alla difesa. E gli investimenti potranno riguardare territori, fabbriche, filiere. Un progetto di militarizzazione del Paese che colpirà maggiormente la regione che paga il prezzo più alto alle servitù militari, coprendo il 60% del totale italiano, come è la Sardegna.

Chi altri, in nome di queste scelte fondamentali, la Meloni caccerà dalle sue simpatie musicali? Anche i menestrelli storici della pace contro ogni guerra come Bob Dylan e Joan Baez? E in nome dell’ “identità” cosa vorrà farne della musica Jazz, della fusion, delle enormi contaminazioni su cui la musica favorisce l’incontro tra culture e popoli?

E contemporaneamente cosa fa il suo ministro dell’Istruzione e del Merito? Invia direttive ai dirigenti scolastici perché in pratica nazionalizzino, in nome di un fittizio patriottismo, gli insegnamenti.

Giorgia per la musica, Valditara per le scuole. Non molto diverso da quel che faceva il fascismo nel ventennio, in particolare contro generi musicali esteri, ordinando di non diffondere musica americana, dal swing al jazz.

Ovviamente ora ci aspettiamo solo che la Meloni ci indichi chi sono i veri portabandiera della musica identitaria. Non c’è più ‘L’italiano vero’ di Cutugno, chi ne prenderà il posto? Non è escluso che prima o poi troverà il modo per farcelo sapere.


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