Giornalismo sotto attacco in Italia

Dove è finita la dignità dello Stato? Si intervenga per i genitori di Mario Paciolla e Alberto Trentini

0 0

Dove sono andati a finire la Patria e i suoi valori? Lo chiedo al Presidente (pardon, alla Presidente, come preferisce ci si riferisca a lei), Giorgia Meloni, che lo scorso 4 novembre, nel Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, ha invocato “l’onore a chi ha servito e a chi continua a servire l’Italia con valore, impegno e spirito di sacrificio”.

Non ci sono solo le forze armate, Presidente, ma anche due professionisti, due attivisti che costruivano la Pace, come Mario Paciolla e Alberto Trentini, che hanno fatto e continuano a far sentire l’orgoglio di essere italiani. Eppure, per questi due casi, dove la mancanza di verità e di giustizia, l’attenzione mediatica non ha la giusta rilevanza, non ci sono risposte forti da parte dello Stato italiano.

Persino il presidente colombiano Gustavo Petro si è cosparso il capo di cenere e ha risposto con un’accorata lettera ad Anna Motta e Pino Paciolla, i genitori di Mario, che da cinque anni chiedono verità e giustizia per un figlio, cooperante italiano, ucciso in terra straniera, ma che si vuol far credere suicidato.

Laureato con il massimo dei voti in “Lingue e culture comparate” e poi in “Relazione e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa”, Mario Paciolla “costruiva la Pace”, così come lo ha disegnato Mauro Biani e continua a raccontarlo nelle sue vignette. Viene ricordato ogni giorno sui social dall’instancabile collettivo #VeritàeGiustiziaperMarioPaciolla. Negli anni, per il giovane cooperante, si sono attivate tante importanti iniziative: murales, strade, panchine, manifestazioni, perché “chi dimentica diventa colpevole”.

Con una forte passione per la giustizia sociale, Mario aveva lavorato in diverse missioni internazionali, dedicando la sua vita a dare voce a chi non ne aveva. La sua scomparsa ha sollevato interrogativi inquietanti e ha messo in luce le difficoltà e i pericoli affrontati dai cooperanti internazionali.

Ed un altro figlio di questa Patria, tirata per la giacca troppe volte, continua a essere detenuto in una fredda prigione in Venezuela, “colpevole di solidarietà”: Alberto Trentini, da oltre un anno, è sottoposto a una carcerazione durissima, senza un’accusa, senza un motivo, senza un avvocato. Se non verrà liberato subito, sarà il secondo Natale che Alberto trascorrerà in cella. “Basta! Dobbiamo fare di più!”, chiedono gli attivisti da tutta la Penisola.

Mentre si festeggia ad Atreju e il vostro Ministro all’Università, Anna Maria Bernini, definisce alcuni giovani studenti che protestavano pacificamente per il flop del semestre filtro alla Facoltà di Medicina “poveri comunisti e inutili”, nessuno fa qualcosa di concreto per questa “meglio gioventù”.

Il 5 novembre scorso, nella Sala Koch del Senato della Repubblica a Roma, si è tenuta la conferenza stampa intitolata “Giustizia e verità per Luca, Vittorio e Mario”. L’evento è servito a presentare una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti di: Luca Attanasio, ambasciatore italiano ucciso nella Repubblica Democratica del Congo nel 2021; Vittorio Iacovacci, carabiniere italiano rimasto ucciso insieme ad Attanasio e Mustapha Milambo, autista di entrambi; e Mario Paciolla, in Colombia nel 2020.

All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, i parenti delle vittime (Salvatore Attanasio, padre di Luca; Anna Paciolla, madre di Mario; Dario Iacovacci, fratello di Vittorio) e parlamentari promotori della proposta, in particolare il senatore Marco Lombardo (Azione).

Nel corso della conferenza stampa, è stato sottolineato che lo Stato italiano e le istituzioni devono attivarsi con urgenza per garantire trasparenza, verità e responsabilità nelle indagini, non lasciando che i casi siano archiviati senza che emergano tutti i fatti. È stato lanciato un appello affinché venga calendarizzata rapidamente la proposta di legge.

È stata anche evidenziata l’assenza del governo e di parlamentari della maggioranza, giudicata dalle famiglie come un segnale grave che mette in gioco “la dignità dello Stato” (appunto!).

Intanto, siccome il frutto non cade mai lontano dall’albero, mentre le Istituzioni sono quasi assenti, queste straordinarie famiglie, che incarnano i valori italiani di umanesimo, si aiutano reciprocamente.

“Siamo Anna e Pino – hanno scritto – i genitori di Mario Paciolla, e ci sentiamo profondamente vicini alla famiglia di Alberto Trentini. Conosciamo il dolore dell’incertezza, l’attesa di notizie che non arrivano e la fatica di restare sospesi in una speranza che sembra non trovare risposta. Nessuno dovrebbe vivere nell’ombra, soprattutto quando in gioco ci sono la libertà e la dignità di una persona che ha dedicato la propria vita al bene comune. Ringraziamo – hanno voluto sottolineare – gli organizzatori di questo evento, Articolo 21, il suo Presidente Beppe Giulietti e tutte le giornaliste e i giornalisti che, con coraggio, continuano a essere una scorta mediatica per chi attende verità e giustizia”.

Anna e Pino ricordano con forza la vicenda di Mario Paciolla, “troppo spesso ignorata e ostacolata, che merita attenzione e trasparenza. Il clamore mediatico e televisivo è necessario a far emergere la verità, che sembra essere frenata da chi ha interesse a mantenerla nascosta. Ma la verità deve emergere, tutta. Mario non si è suicidato: è stato ucciso e noi abbiamo il dovere civico e morale di continuare a chiederlo con determinazione ed utilizzeremo tutti i mezzi a nostra disposizione”.

Nel loro appello, sostengono che “queste storie non appartengono solo alle famiglie: appartengono alla società intera, riguardano la nostra “meglio gioventù”, persone che hanno creduto nella giustizia, nella cooperazione e nella pace. Per questo non possono essere dimenticate e solo così potremo onorare davvero la loro vita e il loro coraggio. Oggi siamo qui per rinnovare un impegno che non si spegne e che continua a camminare con forza e dignità per Mario e per tutte le verità ancora intrappolate nel silenzio, finché giustizia non sarà fatta. Intanto ci auguriamo che presto Alberto possa essere tra noi e riabbracciare i suoi cari”.

Mandiamoli a scuola da Loro, questi politici! Si sentiranno meno inutili…


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.