Nei giorni scorsi abbiamo promosso, insieme con l’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica e la Presidente Daria Bonfietti un incontro-stampa per chiedere di non archiviare le indagini. Per la prima volta a livello nazionale, a chiedere questo sono stati con noi – parlamentari PD – anche rappresentanti di tutte le forze dell’attuale opposizione: Pellegrini di 5 Stelle, Lombardo di Azione, Scalfarotto di Italia Viva, Cucchi di AVS. E rappresentanti di FNSI ( Di Trapani), Ordine dei Giornalisti ( Bartoli), Art.21 ( Giulietti). Un fatto rilevante. Il GIP, iniziando l’esame del ricorso dei legali dell’Associazione contro la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Roma, ha rinviato la seduta al 19 dicembre, per l’acquisizione di atti ed elenchi dei familiari. Sul ” Riformista” di giovedì l’ex-generale Tricarico, con argomentazioni da sempre sostenute ( che hanno un punto debole: ignorano fatti e realtà) sostiene che la prosecuzione delle indagini potrebbe servire ad esplorare piste come quella della bomba a bordo. Che potrebbe portare – immaginiamo – all’immancabile pista palestinese. Che sarebbe poi, non possiamo dimenticarlo, la medesima che si sarebbe dovuta seguire, a seguito di azioni di depistaggio, per la strage del 2 Agosto a Bologna, nel 1980, stesso anno di quella di Ustica. Su Bologna sono state sentenze ( e condanne) definitive a spazzare via depistaggi e a definire le responsabilità di neofascisti, stagisti eversivi. Su Ustica, nella stessa richiesta di archiviazione da parte della Procura viene esclusa ogni pista diversa dall’azione di guerra aerea ( bomba o cedimento strutturale, altra iniziale e depistante versione dei fatti di quarantacinque anni fa). Anzi, sono contenuti elementi nuovi fin qui negati, come la presenza della portaerei francese Foch nel Tirreno. E si sostanzia la richiesta con l’impossibilità di avere collaborazione da parte di Paesi alleati ( in primis la Francia ) circa le risposte alle rogatorie legate ai voli militari che abbatterono ( con missile o collisione) il DC 9 Itavia. Volevano invece colpire un MIG libico, a bordo del quale era stata segnalata la presenza di Gheddafi ( che – avvisato da ambienti e servizi contrari all’attentato – dai Balcani dove si trovava cambiò all’ultimo momento aereo alla volta di Tripoli). Insomma: già nella richiesta di archiviazione c’è una verità: la stessa, del resto, della prima sentenza-ordinanza emessa nel 1999 dal Giudice Priore. Ma non si capisce come Tricarico, oltre questi fatti, possa ignorare anche pronunciamenti pubblici di personalità dello Stato, come le dichiarazioni nel 2007 del Presidente emerito Cossiga e come le interviste di due anni fa dell’ex-Presidente del Consiglio Amato. Per noi non è possibile, non è giusto, non è ragionevole ignorare questi fatti. Come non è possibile ignorare il lavoro di scavo, profondo e illuminante, dell’informazione e di giornalisti ( un nome su tutti: Andrea Purgatori) che hanno squarciato veli, misteri sulla strage e su cancellazioni di tracciati radar spariti, troppe morti sospette, atti e registrazioni scomparsi. No, non è possibile: per le 81 vittime e i loro familiari, per la dignità del Paese, che una sera di fine maggio del 1980 vide violata la sua sovranità con un atto di guerra , compiuto da aerei di Paesi alleati, che per errore abbatté sopra Ustica un volo civile che da Bologna doveva raggiungere Palermo.
Intervento firmato con Andrea De Maria
