Mentre cresce il numero di giovani (soprattutto) che lasciano il sud e si trasferiscono in altre regioni per motivi di studio e lavoro, resta ferma una regola piuttosto arcaica che, di fatto, limita il loro diritto a partecipare alle elezioni. L’Italia è l’unico grande Paese europeo a non avere una legge sul voto a distanza. Per circa 5 milioni di persone questo significa dover spendere tempo e denaro per recarsi alle urne oppure, nella maggior parte dei casi, rinunciare al voto. La possibilità-necessità di cambiare verso è diventata più forte alla fine del 2020 quando è iniziata la campagna di The Good Lobby condotta insieme alla Rete Voto Fuorisede e a Will Media per introdurre una legge sul voto a distanza. Chi è coinvolto in questo limbo che limita la democrazia? In realtà milioni di cittadini, studenti e lavoratori che si trovano in Italia ma lontani dal proprio Comune di residenza e non hanno la possibilità di recarsi alle urne, spesso, semplicemente, non possono permettersi il biglietto oppure non hanno permessi e ferie. Dovrebbero sostenere viaggi lunghi e costosi, assentandosi dai luoghi di studio o di lavoro e questo significa per la maggior parte di loro astenersi involontariamente e non recarsi ai seggi.
Qualcosa è iniziato a cambiare alle elezioni Europee del 2024, quando almeno gli studenti universitari per la prima volta hanno potuto votare a distanza e, ai Referendum di primavera 2025, anche i lavoratori e chi si sposta per cura.
Ciò nonostante manca ancora una legge definitiva che possa garantire di votare fuori sede a tutti i tipi di elezioni come le Politiche, le Regionali e le Amministrative. Questa legge, approvata alla Camera, è ferma in Senato da luglio 2023. Proprio per questo il 4 luglio 2025 i promotori hanno depositato una proposta di legge di iniziativa popolare che garantisca questo diritto a tutte e tutti per ogni tipologia di elezioni; il 24 ottobre 2025 sono state raggiunte le 50.000 firme necessarie e il 26 novembre c’è stata la consegna formale. Ora c’è la possibilità concreta di garantire a tutti, concretamente, il diritto di voto . Yari Russo, campaigner della campagna per il voto fuorisede per The good lobby, è uno dei ragazzi che hanno creduto e contribuito a questa battaglia, frutto di mesi di lavoro e impegno per raggiungere il maggior numero di persone possibile, coinvolgerle nella raccolta di firme ma soprattutto per restituire una fotografia più attendibile del Paese e dei movimenti interni ancora necessari per trovare occupazione. “E’ un risultato frutto di mesi di lavoro collettivo – dice – costruito insieme a volontari, associazioni, influencer e content creator che hanno creduto nella nostra battaglia per chiedere al Parlamento di garantire a tutte le persone fuorisede la possibilità di votare senza dover tornare nel proprio comune di residenza”. Una volta depositata la proposta di legge in Senato, quest’ultimo ha l’obbligo di discutere la proposta entro un mese dal deposito e di concluderne l’esame entro tre mesi. Ma questo non basta a garantirne l’approvazione, dunque il percorso di conoscenza del valore di questa legge prosegue. Ci sono troppe persone l0ntane da casa per necessità e non è giusto penalizzarle anche sul piano della democrazia.
