Cari europei,
siete proprio nei guai ora che Trump ha sposato le ragioni di Putin su un accordo globale con l’Ucraina, senza quel cessate il fuoco che avevate chiesto come condizione indispensabile per avviare qualsiasi trattativa. Ci avevate messo settimane, riunioni su riunioni online per arrivare a quella richiesta minima di un cessate il fuoco come precondizione, ma non è servito a niente. Trump ha fatto, come al solito, i suoi interessi. Ha ascoltato Putin e gli ha dato ragione. La patata bollente ora è nelle mani di Zelensky e di voi europei.
Mai che abbiate pensato di aprire, come Unione Europea, un dialogo con Putin. Mai. Avete seguito ciecamente la linea dello svalvolato Biden, dimenticandovi del vostro ruolo di vicini di casa della Russia e privilegiando quello di sudditi degli americani. Questo è il risultato: è arrivato Trump, ha cancellato le follie guerrafondaie di Biden e ora vi dice che lunedì siete tutti invitati a Washington, alla Casa Bianca con Zelensky, per discutere sui territori che vanno ceduti e su quella “grande cosa” che impedisce a Putin di stare tranquillo.
Siete pronti? Che fate? Andate tutti insieme per fare compagnia a Zelensky e magari essere umiliati tutti insieme? Ne mandate avanti uno, per evitare la brutta figura collettiva? È una bella gatta da pelare, ma ve la siete andata a cercare, continuando a muovervi in modo scomposto e dimenticando il valore della diplomazia.
Avete insultato Putin, fidandovi di un presidente americano che lo ha riabilitato e vi ha imposto dazi, vi ha dato degli scrocconi e vi obbliga a comprare armi e gas americani, proprio a voi che avete un’industria bellica europea ben oliata e che avete firmato contratti di fornitura più convenienti di quelli che vi propone Trump. Vi siete fidati di lui, che vi vede come dei clienti, non degli alleati, ed è pronto a mollarvi se non farete un accordo con Putin.
Lo ha ricevuto in Alaska, ha fatto una gran bella foto storica e dopo tre ore di colloquio non ha avuto problemi a ribaltare quanto vi aveva promesso prima del vertice. Il cessate il fuoco che chiedevate è sparito, sostituito dalle proposte di Putin in un battibaleno. Le richieste del capo del Cremlino, secondo le indiscrezioni che filtrano, sarebbero più pesanti di quelle discusse a un mese dall’invasione dell’Ucraina, nella primavera del 2022 a Istanbul, prima delle centinaia di morti ucraini e russi, prima delle città ucraine devastate e da ricostruire a spese dell’Europa.
Ecco, come sintetizza Reuters, i punti in discussione lunedì nello Studio Ovale tra Trump e Zelensky e chi, tra gli europei, avrà il coraggio di andare. Sono richieste che il presidente americano ci ha fatto sapere di avere, per gran parte, accettato:
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Non viene prevista alcuna tregua prima della firma di un accordo a tutti gli effetti. Questa posizione è diametralmente opposta a quella della “coalizione dei volenterosi”.
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L’esercito ucraino dovrà lasciare i territori che continua a presidiare nelle regioni di Donetsk e Lugansk.
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La Russia congelerà la linea del fronte nelle regioni di Kherson e Zaporyhia.
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La Russia è disposta a riconsegnare a Kiev i territori che attualmente controlla nelle regioni di Sumy e Kharkov.
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Riconoscimento formale della sovranità russa sulla Crimea.
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Abolizione di almeno una parte delle sanzioni contro la Russia.
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All’Ucraina sarà vietato aderire alla NATO.
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Putin è stato aperto a fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina.
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La lingua russa deve tornare ad essere una delle lingue ufficiali in alcune regioni dell’Ucraina o in tutta l’Ucraina, così come devono essere tutelati i diritti della Chiesa ortodossa canonica.
Buona fortuna a tutti noi!
