Ho aderito ad Articolo 21 perché ogni giorno, da quando ho iniziato a camminare lungo le vie del giornalismo con le prime radio democratiche della seconda metà dei Settanta, mi sono ispirato proprio ai dettami della Costituzione, il mio unico faro nel mestiere di scrivere, di narrare anche storie dimenticate del nostro paese.
Infatti l’articolo 21 della Costituzione italiana difende proprio il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero, di parola, di stampa e di ogni altro mezzo di diffusione. Oggi la stampa cartacea e radiotelevisiva è soggetta a forti censure, plateali, come le varie leggi bavaglio, e striscianti, come i tentativi di continue pressioni da parte della politica, in particolar modo della classe dirigente al Governo. Nella Costituzione è scritto che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”, ma il recente decreto sicurezza mina alle fondamenta i diritti definiti nella Carta.
Infatti l’articolo 21 della Costituzione italiana difende proprio il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero, di parola, di stampa e di ogni altro mezzo di diffusione. Oggi la stampa cartacea e radiotelevisiva è soggetta a forti censure, plateali, come le varie leggi bavaglio, e striscianti, come i tentativi di continue pressioni da parte della politica, in particolar modo della classe dirigente al Governo. Nella Costituzione è scritto che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”, ma il recente decreto sicurezza mina alle fondamenta i diritti definiti nella Carta.
C’è bisogno di unità, di una visione comune.
Articolo 21 rappresenta un’oasi preziosa di autonomia e di libertà di pensiero.
