Giornalismo sotto attacco in Italia

Lauta combustione. E non chiamateli piromani

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La mancanza d’acqua favorisce gli incendi. Invece ecco un perverso scambiarsi tra causa ed effetto: a Palermo e Messina gli incendi fanno mancare l’acqua. Una diga viene circoscritta dal fuoco nel capoluogo, rendendola inutilizzabile; nella città dello Stretto analogo problema incendiario nella condotta principale. In entrambi le grandi città siciliane è mancata l’acqua, causa fuoco.

Gli incendi sono favoriti dall’abbandono dei suoli, fenomeno che, quando piove, produce pure alluvioni e danni sia al nord che al sud. Al sud partono, improvvise e contemporanee, decine di incendi. Sono nella quasi totalità incendi dolosi. Per gli autori degli incendi le tv usano l’eufemismo di “piromani”. Tale definizione riguarda una rara patologia, che fa innescare gli incendi a maniaci che, spesso, restano lì a guardare il loro risultato, chiamando a volte pure i vigili del fuoco. I piromani vengono sempre individuati. Degli autori degli incendi estivi nessuna cattura. In realtà sono noti criminali incendiari, che hanno un diretto interesse al danno procurato. Come nelle centinaia di incendi dei depositi di rifiuti in tutta Italia. Incendi indifferenziati.

Un tempo si era ancor più benevoli con tali criminali. Si sosteneva spesso l’ipotesi, falsa, di auto combustione. Un evento quasi impossibile, soprattutto in campo aperto. Stante gli affari che i criminali realizzano con gli incendi, anziché di auto combustione si tratta di lauta combustione.


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