Un romanzo acuto e profondamente attuale che si addentra nelle dinamiche complesse del mondo dell’alta cucina e, più in profondità, nelle questioni spinose legate al movimento #MeToo e alle accuse di molestie.
“Il ristorante” – titolo originale “Service” – della talentuosa giornalista e autrice irlandese Sarah Gilmartin – pubblicato in Italia a giugno da Marsilio (285pp., 18 euro) con la eccellente traduzione di Valeria Raimondi – ruota attorno al ristorante di lusso “T” di Dublino, gestito dallo chef stellato Daniel Costello, carismatico e talentuoso al punto da costruire la propria carriera dal nulla. La sua vita e la reputazione del “T” vengono sconvolte quando una lettera online firmata da quattro ex dipendenti lo accusa di violenza sessuale. L’accusa scatena un processo mediatico e legale che segna una battuta d’arresto per Daniel e la sua famiglia, costringendo anche alla chiusura temporanea del ristorante.
La narrazione si snoda attraverso la prospettiva di tre personaggi chiave: Hannah, una giovane cameriera del “T” ai tempi dell’università, Julie, la moglie di Daniel, e Daniel stesso.
La giovane Hannah offre al lettore uno spaccato del mondo dell’alta cucina: frenetico, spesso tossico, imperniato su rigide gerarchie e sfumature di misoginia. La sua esperienza all’interno del ristorante risulta centrale per comprendere come le dinamiche di potere possano alterare le percezioni e le esperienze.
Julie, moglie del talentuoso chef, si trova d’improvviso chiamata a far i conti con le accuse che gravano sulla testa del marito, divisa tra la difesa istintiva della famiglia e il bisogno di sapere. La sua prospettiva offre al lettore uno sguardo sulle complessità di una relazione a lungo termine, le incrinature in un matrimonio, e il peso di stare accanto a qualcuno che è sotto accusa pubblica, mettendo in discussione la propria fiducia e il proprio giudizio.
E infine c’è Daniel, che si dichiara innocente. La sua voce offre una visione dall’interno della sua ambizione, della sua dedizione alla cucina e della sua confusione di fronte alle accuse che minacciano di distruggere la sua vita e la sua carriera. Il suo sguardo sul mondo offre un insight psicologico rilevante, mostrando un uomo che si percepisce ingiustamente attaccato, ma che potrebbe al contempo aver sottovalutato l’impatto del suo comportamento.
Attraverso questi tre punti di vista, l’autrice esplora le diverse sfaccettature della verità – spesso sfuggente e soggettiva – la memoria selettiva, le zone grigie delle relazioni di potere e la difficoltà di distinguere tra flirt innocenti, abusi di potere e vere e proprie molestie in un ambiente lavorativo ad alta pressione.
Abile nel creare una narrazione coinvolgente che mantiene un ritmo sostenuto fino all’ultima pagine, Sarah Gilmartin dimostra una grande capacità narrativa fatta di personaggi complessi, credibili e difficilmente ‘etichettabili’. Il ristorante è un romanzo intelligente, che non fornisce risposte univoche ma solleva domande su questioni estremamente attuali e spunti di riflessioni che vanno ben oltre l’ultima pagina.
