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La Palma d’Oro a Jafar Panahi premia il cinema indipendente e underground iraniano

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Jafar Panahi, come aveva promesso, è rientrato in Iran alla fine del festival di Cannes, Non ha scelto l’esilio, come hanno fatto altri nomi illustri del cinema indipendente iraniano, costretti da anni a girare clandestinamente i loro film per non sottomettersi alla censura e le imposizione del regime degli ayatollah.

Panahi pensava a “Un semplice incidente” fin dai tempi che si trovava in carcere nel 2009 in seguito al suo appoggio alle proteste popolari che seguirono le elezioni truffa di quell’anno. Panahi è stato arrestato anche una seconda volta nel 2022, quando protestò davanti al carcere di Evin di Teheran, dove avevano rinchiuso l’altro suo illustre collega Mohammad Rasulov.

Jafar Panahi ricevendo la Palma d’Oro si colloca tra i soli 4 registi nel mondo che hanno ricevuto i tre premi più prestigiosi d’Europa: Palma d’Oro di Cannes, l”Orso d’Oro di Berlino e il Leone d’Oro di Venezia Il regista iraniano aveva vinto il Leone d’Oro di Venezia nel 2000 con “Il Cerchio” e l’Orso d’Oro di Berlino nel 2015 per “Taxi Teheran”.

“Un semplice incidente” racconta la storia di un prigioniero politico che rapisce colui che pensa di essere il suo torturatore in carcere e cerca di trovare conferme sulla sua identità contattando altri ex detenuti politici. Un film girato senza alcuna autorizzazione, come del resto gli altri 4 film precedenti. Panahi racconta come durante le riprese del film una sera una quindicina di agenti sono arrivati sul set improvvisato alla ricerca del girato, che però era stato portato via da uno dei suoi collaboratori.

Hadis Pakbaten, la giovane attrice del film di Panahi, a Cannes ha raccontato che dopo l’annuncia della presenza del film a Cannes, è stata interrogata più volte, definendo questa esperienza “terribilmente spaventosa”.

Le parole pronunciate da Jafar Panahi sia in occasione della proiezione pubblica del suo film che dopo aver ricevuto la Palma d’Oro dalle mani di Kate Blanchet, nota attrice e produttrice australiana, suonavano come un manifesto politico. Jafar Panahi ha dedicato il suo film aveva dedicato la sua opera a “tutti i cineasti che in Iran non possono lavorare e o sono stati costretti all’esilio, ma soprattutto alle donne del cinema iraniano che si sono schierate con il movimento Donna, Vita, Libertà”.

Il suo discorso dopo aver ricevuto la Palma d’Oro è stato un vero manifesto politico rivolto a tutti gli iraniani:” Ho una richiesta per tutti i gruppi di qualsiasi credo e ideologia, sia che si trovino in Iran che fuori dai suoi confini. Una richiesta rivolta a tutti gli iraniani che lottano per la libertà, la dignità umana e la democrazia. Mettiamo da parte tutte le differenze. Ciò che conta adesso è il nostro Paese e la sua integrità.. Spero che potremmo raggiungere la libertà il prima possibile, per vivere in una società in cui nessuno ci dica cosa indossare o non indossare, cosa fare o non fare, e nel cinema, che è il nostro amore, nessuno possa dirci cosa fare e cosa non fare. Sperando che quel giorno arrivi presto.”

 


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