Paolo Signorelli si dissocia da se stesso

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Paolo Signorelli si dissocia da se stesso. Il suo odio per gli ebrei – emerso dalle intercettazioni con il criminale Piscitelli, detto Diabolik – è convinto, violento e reiterato. Ma lui ”colto di sorpresa” cade dal nero  e si affretta a dire ”quanto mai distanti da me, dal mio sentire, siano i gravi contenuti di quella conversazione”. Il giovanotto è il capo dell’ufficio stampa di Lollobrigida. Ma il Ministro non lo caccia su due piedi; lo protegge in “autosospensione” per attendere che passi la tempesta.

Meloni è consenziente, altrimenti un attimo dopo sarebbe stato licenziato. Ma allora il quadro si fa confuso. La Premier condanna l’antisemitismo (”Le leggi razziali del 1938 rappresentano il punto più basso della storia italiana, una vergogna che ha segnato la nostra storia per sempre”) o lo tollera? L’ambiguità brucia. E alimenta la fiamma.

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