Attacco alla Costituzione. “Quousque tandem abutere?

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È doloroso, deprimente, ma anche molto preoccupante verificare che nei giorni nei quali ricordiamo giornalisti eroici, vittime della passione per il loro lavoro, come Andrea Rocchelli, Andy Mironov e Ilaria Alpi, il governo di destra ha voluto qualificarsi con due nuovi attacchi all’Articolo 21 della Costituzione: il primo contro Massimo Giannini al quale è stato recapitato nel cuore della notte, nell’albergo in cui dormiva, il testo di una querela per diffamazione per suoi giudizi critici sull’azione della presidente del Consiglio e dei suoi Ministri; il secondo contro tre cronisti armati di videocamere e camera fotografica che intendevano seguire e documentare una iniziativa annunciata dai giovani di Ultima Generazione. La polizia li ha fermati e impedito di lavorare bloccandoli in commissariato dove sono stati anche perquisiti. Questo episodio nel cuore di Roma, dopo due vicende simili accadute a Messina e Padova. Fnsi e Ordine dei Giornalisti hanno definito i provvedimenti ‘censura preventiva’, nell’ambito dell’obiettivo ormai esplicito, che nemmeno si tenta più di nascondere di un attacco diretto al Quarto Potere, quello che dovrebbe vigilare, facendo da cane da guardia del potere e contribuire a tutelare le libertà democratiche.

Attacco alla Costituzione che poi si articola anche in altri provvedimenti per ostacolare il lavoro giornalistico, ma anche in operazioni altrettanto se non più pericolose come il Premierato e l’Autonomia Differenziata per le Regioni. Possibile che su questi gravissimi tentativi di smantellare alcuni dei pilastri della Costituzione si possa rispondere solo presentando migliaia di emendamenti, senza puntare direttamente a dimostrare che la loro progettazione è l’esatto opposto del dettato costituzionale su eguaglianza tra le popolazioni di tutta Italia e sulla divisione dei poteri tra Parlamento, Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio

‘Quousque tandem abutere’ urlò Cicerone in Senato contro Catilina per bloccare la sua congiura contro la Res Publica nel 63 avanti Cristo. Questa attuale non è una congiura, visto che tutto si svolge alla luce del sole, ma non è sempre la Res Publica ad essere sotto attacco? L’attacco è rivolto ai principali presidi di democrazia del Paese, dall’Informazione, alla Magistratura, dal Parlamento alle stesse competenze del Presidente della Repubblica con il fine ultimo della costruzione di uno stato autoritario che dia pieni poteri all’uomo (o donna) solo al comando. La sonnolenza e la distrazione con cui stiamo affrontando questi pericoli rischiano di farci reagire troppo tardi.


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