Fermate la guerra al giornalismo! Riflessioni da Perugia

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Sabato 20 aprile, a Perugia, si è tenuta in’importante iniziativa dal titolo emblematico “Fermate la guerra al giornalismo: liberate Julian Assange”, presso il
Circolo Anpi Bonfigli Tomovic. Ha coordinato il dibattito Gianni Magini di AllertaMedia. Hanno partecipato la giornalista e scrittrice Sara Chessa, che sta seguendo a Londra la vicenda processuale del fondatore di WikiLeaks, la coordinatrice delle campagne di Amnesty International Tina Marinari, il costituzionalista Mauro Volpi e il Garante di Articolo21 Vincenzo Vita. La discussione si inseriva in un contesto di attività promosse in contemporanea all’International Journalism Festival da FreeAssange,con Nicoletta Bernardi, Patrick Boylan, tra gli altri. E con la pittrice Chiara Bettella, che ha portato un drappo su cui raccogliere le firme della grandezza di 2 per 3 metri, com’è la misura della cella in cui è detenuto da cinque anni Assange nel carcere speciale londinese di Belmarsh. Il confronto, molto partecipato, ha sottolineato la necessità di continuare in modo convinto e deciso la campagna contro
l’estradizione del giornalista di origine australiana, contro cui si è scatenata una crudele persecuzione. E’ il capro espiatorio di una ben precisa linea autoritaria: chi mette il naso nelle faccende segrete dei poteri deve pagare fino all’ultimo dei suoi giorni. Assange è nel mirino, perché nel mirino viene messo l’intero giornalismo di inchiesta. Sara Chessa ha ben chiarito che le risposte fornite dagli Stati Uniti alla Corte suprema londinese in vista dell’udienza del 20 maggio sull’estradizione non forniscono reali garanzie. Anzi. Si fa intendere che è assai problematica l’applicazione ad Assange del primo emendamento della Costituzione di Washington, che invece ritiene sacrale il diritto di cronaca. No, perché Assange non è cittadino statunitense (ma è una effettiva obiezione?, ha sottolineato Vita) e su di lui pesa l’Espionage Act, ovvero la legge del 1917 che portò alla sedia elettrica i coniugi Rosenberg. Ma quanto è pesante il clima che stiamo vivendo nell’informazione con il sottofondo della corsa verso il premierato senza contrafforti democratici che la destra vuole distorcendo la Costituzione. Ne ha parlato Mauro Volpi, mentre Tina Marinari ha ricordato la terribile vicenda di Gaza e il clima di guerra in corso.
Amnesty e Articolo 21 conducono insieme ai Comitati FreAssange una lotta cruciale per salvare una persona straordinaria e per difendere la libertà di informare ed essere informati. La manifestazione ha avuto inizio con la proiezione di un film -Ted talk- in cui nel 2010 Assange spiegava cos’era WikiLeaks, un’esperienza di contro informazione coraggiosa e inedita nelle sue modalità. Un Assange brillante ed empatico: appena prima della tempesta. E Stella Moris, moglie ed avvocata, in un video registrato poche settimane fa proprio all’Università di Perugia in occasione del conferimento del premio Federico Caffè per il giornalismo al servizio delle persone al marito, ha fatto sentire la sua elegante e fortissima presenza. Il tutto in una giornata particolare: quella della censura della Rai contro Antonio Scurati, per un monologo che doveva essere letto nella trasmissione condotta da Serena Bortone sull’antifascismo.


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