Ultimi giorni per Assange. La scorta mediatica per la sua e la nostra libertà

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Tra il 20 ed il 21 Febbraio l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Julian Assange per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti. Se l’appello dovesse essere respinto, Assange potrebbe essere estradato immediatamente e lo attendono, senza ulteriori possibilità, 175 anni di carcere, solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista.

E’ stato questo il focus della conferenza stampa che si è svolta presso il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti a Roma, giovedì 8 febbraio, organizzata da Articolo 21, Free Assange Italia, La mia voce per Assange.

Il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli si è detto “orgoglioso di ospitare l’evento che non riguarda solo le sorti di Julian Assange ma che tocca i principi cardine della libertà di stampa. E’ una battaglia fondamentale per la difesa del giornalismo e per garantire a tutti i cittadini il diritto di essere informati, non solo sulle pagine chiare ma anche su quelle scure.”

“Abbiamo un giornalista in galera da 5 anni nella patria della democrazia, in Gran Bretagna, dove non sono stati concessi nemmeno i domiciliari – ha detto Riccardo Iacona –  Sarebbe la prima volta che un giornalista verrebbe processato in Usa con una legge che invece riguarda lo  spionaggio quando al sua ‘colpa’ è quella di aver semplicemente divulgato documenti riservati. Questa battaglia è importante anche in considerazione del fatto che le democrazie dimagriscono e le autarchie ingrassano”.

A moderare la conferenza stampa Vincenzo Vita, garante di Articolo 21, che ha ringraziato tutta la rete che sostiene la battaglia per Assange, ossia Articolo 21, “la mia voce per Assange”, No Bavaglio, Amnesty, Move on, Fnsi, Usigrai, rappresentata dal segretario Daniele Macheda; l’Ordine dei Giornalisti del Lazio presente con il Presidente Guido D’Ubaldo.


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