Più debole la lotta alla corruzione e più stretti i bavagli. Ma la battaglia è solo cominciata

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Qui Senato. Siamo riusciti a rallentare un poco, con una azione parlamentare significativa, l’approvazione di due provvedimenti che, insieme, rappresentano un pesante combinato disposto. Da un lato – con il ddl Nordio sulla Giustizia – si indebolisce il contrasto a corruzione e illegalità e dall’ altro – con la legge di delegazione europea dentro cui c’è il famigerato emendamento Costa già passato alla Camera – si colpisce la libertà di informazione. Siamo riusciti, con molti interventi delle opposizioni ( soprattutto Pd, ma anche 5 Stelle e AVS) a ritardare il voto finale sul Nordio, registrando diversi imbarazzi nelle file della maggioranza di destra, nel dover votare norme che, tra l’altro, indebolendo la lotta alla corruzione e i controlli, favoriscono la penetrazione della criminalità organizzata nell’economia legale, negli appalti, nelle istituzioni. A questo proposito apro una parentesi: gli esponenti più in vista di questa maggioranza, a partire dalla Presidente Meloni, non mancano un anniversario. In prima fila alle cerimonie negli anniversari di Capaci, Via d’Amelio, per Don Puglisi e Don Diana. Ci mancherebbe non fosse così. Ci mancherebbe che eroi civili dell’Antimafia, che hanno sacrificato la vita per la legalità e che sono simboli per il Paese non venissero ricordati. Ma non basta partecipare alle cerimonie se, contemporaneamente si smantellano presidi antimafia, se si alzano le soglie per gli affidamenti senza gara, se si allentano controlli contro i subappalti. Anche nel PNRR. Anche davanti a un colossale e probabilmente inutile e irrealizzabile progetto come il Ponte sullo Stretto, che rischia di rappresentare una grande occasione solo per gruppi economici e finanziari e molto più di una tentazione per le mafie. Si chiama ipocrisia e antimafia di facciata.
Tornando alla legge di delegazione europea, abbiamo partecipato alla discussione generale e tra martedì e mercoledì prossimi si proseguirà con l’esame degli emendamenti e con il voto finale. L’esito è purtroppo scritto. La legge, con l’emendamenti Costa, passerà ma la battaglia non si ferma. Sia perché il Governo dovrà attuare la delega europea, sia perché proprio dall’Europa arriveranno atti ( Media press Freedom act, prescrizioni su libertà di informazione e servizio pubblico radiotelevisivo) che renderanno i provvedimenti italiani del tutto in contrasto con normative e prescrizioni europee. E la battaglia, dentro il Parlamento e soprattutto nel Paese, nelle redazioni, continuerà.

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