Matteo Mandelli, la phygital art italiana sbarca a Dubai

0 0

Artista emergente, Matteo Mandelli opera un’arte non solo come espressione di una natura essenziale e ontologico metafisica ma come struttura diretta ad una transazione accompagnata da un’emozione estetica attraverso una forma significante. L’artista lombardo esplora l’oltre facendoci attraversare la dimensione del Reale, traslandoci direttamente in un non luogo che ci permette di rientrare in contatto con il nostro IO più intimo.

Matteo Mandelli fa confluire nella sua visione artistica della vita e del mondo, concetti fondamentali quali il tempo e la sua essenza di “tempus fugit”, che convogliano in una nuova dimensione che è quella denominata dagli esperti di settore Phygital Art.

La peculiarità del lavoro di Matteo Mandelli, sta proprio nella commistione di fisico e digitale, cioè le mani dell’uomo riescono a creare in parte l’opera che viene terminata dal dispositivo stesso a seconda di come viene effettuato il taglio con un flessibile. Il momento dell’esplosione vera e propria dei cristalli dà vita ad un fascio luminoso che ci porta direttamente a legarci alla nascita dell’universo assieme ad un senso di sacralità che ci viene fornito dall’ambivalenza di un gesto di “creazione decostruttiva”.

In occasione dell’apertura di Art Dubai Fair2024, in collaborazione con Cinello, startup che utilizza la tecnologia DAW® che rende l’immagine sullo schermo unica nella sua fattispecie (la parte digitale infatti si innesta nel dispositivo creando un prodotto senza uguali), l’artista taglierà in occasione di due performance live alcuni degli schermi che entreranno a far parte dell’installazione presso il Booth di Holy Gallery dal 27 febbraio al 3 marzo.

Come nasce la tua passione per l’arte digitale?

Il mio approccio all’arte risale a quando ero molto piccolo. All’età di circa 5/6 anni ho cominciato a visitare fiere, gallerie d’arte insieme ai miei genitori che mi hanno trasmesso questa grandissima passione lasciandomi però la libertà di avere un’idea personale e di farmi un archivio emozionale e sentimentale riguardo ciò che vedevo. Mi sono quindi avvicinata alla pratica artistica già da molto giovane avendo anche un forte senso dell’immaginazione ho fatto tesoro dei miei viaggi e dell’esperienze avute in giro per il mondo per cercare di trasfondere quello che avevo vissuto e personalmente provato in un’opera artistica, qualcosa che potesse specchiare ciò in cui mi stavo trasformando, l’uomo che sono diventato. Da qui la mia propensione ad usare un supporto che fosse totalmente al passo con i tempi in cui viviamo, contemporaneo, sfruttando la tecnologia con la quale tutti i giorni abbiamo a che fare. Infatti ognuno di noi vive con gli occhi su uno schermo. La scelta della mia pratica artistica deriva da un profondo ragionamento che mi fa giungere a comprendere che gli schermi con cui noi abbiamo a che fare ogni giorno nella nostra vita non sono altro che dei meri oggetti con i quali siamo costretti volendo o meno a “dialogare” perennemente.

In che modo può la phygital art ripensare al concetto di museo?

Il concetto di Phigytal Art a me è molto caro in quanto mi riconosco come un artista che funge da ponte tra il fisico e digitale. Deve cambiare la concezione dei musei e questa è una mia personale opinione che trova riscontro nel confronto diretto che ho quotidianamente con il mio team di Art Manager e curatori, con collezionisti, amici galleristi ed artisti. Il percorso sarà lungo, difficile ma sono certo che riusciremo a costruire una nuova dimensione, una nuova concezione museale che possa far sentire a casa chiunque si trovi a percorrere corridoi di un museo tradizionale.

A volte l’esperienza virtuale può mostrarci la realtà da un altro punto di vista?

La mia filosofia artistica porta all’apertura di una nuova dimensione. Nel momento in cui io taglio lo schermo la luce che viene sprigionata dalla rottura e dallo scoppio dei cristalli liquidi forma un momento di passaggio, la nascita, di un vero e proprio portale che riesce a trasportarci dalla realtà del momento in qualcosa di completamente diverso ed univoco.

In Italia come viene vista la phygital? Incuriosisce, viene snobbata?

Nel percorso attuato fino adesso dalla nascita di The Contact e quindi circa 18 20 mesi orsono, avendo calcato molti suoli Internazionali partecipando a numerosi eventi in giro per il mondo, ho potuto capire che il nostro paese è ancora abbastanza indietro nell’accettazione di questo tipo d’arte che è decisamente rivolta ad un futuro, ad un domani ad una visione e una concezione dell’arte nel vero proprio senso della parola molto diversa da quella tradizionale del novecento a cui ancora ci si appoggia oggi come linea guida a cui attingono galleristi e mercato.

La digital art incuriosisce. Sicuramente vista come qualcosa di normalmente ecclettico, fondamentalmente poco capita: ci sono dei messaggi ben chiari da parte degli artisti che si approcciano a queste tecniche, ma ancora viviamo un momento di forte prematurità certo è che i mercati si stanno muovendo in questa direzione e infatti abbiamo avuto degli ottimi riscontri durante l’anno attraverso agli eventi in cui abbiamo partecipato.

In che modo la startup internazionale Cinello collabora all’evento?

Cinello, con la sua tecnologia all’avanguardia, entra a far parte del mio percorso artistico per dare supporto e fondamenta ben chiare agli strumenti che uso ed utilizzo per la creazione delle mie opere artistiche. La tecnologia DAW permette la creazione di un fondo su cui lavorare che rende ancora più unica l’esperienza del taglio. Il contatto con Cinello e la sua tecnologia é avvenuto qualche mese or sono da lì è nato un progetto studiato, molto interessante e perfezionato per la nostra partecipazione ad Art Dubai 2024 durante la quale effettuerò due live performance: una il 28 febbraio e una il 1 marzo. Nella prima effettuerò un taglio su uno schermo speciale che per questo avrà una cornice appositamente studiata e che renderà l’opera nella fattispecie ancora più unica. Inoltre Le opere d’arte digitali sono al sicuro all’interno di MyGal, una protezione avanzata, con una certificazione e autenticazione sistemassolutamente all’avanguardia . L’opera digitale è al sicuro all’interno di myGal, tecnologia sviluppata e patentata da questa azienda leader in tutto il mondo, una protezione avanzata che, attraverso un sistema di certificazione e autenticazione, permette anche alle opere digitali di essere uniche ed inimitabili.

 


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21